Una donna…..ed il suo inno alla Vita e all’Amore…

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Un mezzo sorriso disincantato… la voce roca… una sigaretta tra le dita… le unghie laccate di rosso  imperfetto…

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La Signora dei Navigli… nata il 21 marzo 1931… attraversa la follia della guerra…

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Annaspa nei bagliori di luce…prova a vivere aggrappandosi  a quel che può..soprattutto come può…

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Leggere i suoi scritti mi ha trasmesso il suo dolore oltre la pelle…la sua assoluta lucidità.

Sono riuscita ad udire le sue urla silenziose… le sue parole… e soprattutto i suoi pensieri … profondi… blu…

Un soffio oltre il dolore…il manicomio… le violenze… la mancanza  delle figlie… della sua casa…

Canta gli esclusi..l’abbandono… ma anche e soprattutto la speranza… la voglia di vivere

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osserva con uno sguardo distaccato ma toccante la Vita… la fa sua… avida di amore e di emozioni …

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FOTO REPERTORIO ALDA MERINI

– Con questo post partecipo al contest “Peace and Love: festeggiano insieme l’Amore” nella sezione “creazioni varie” di ricette fuori fuoco

Muffin alle arance in tazza … un amore infinito…

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Scelte difficili…talvolta dolorose …che pesano sulla quotidianeità…sull’umore …si respira tensione anche se ci sforziamo che tutto stia andando per il meglio…mio figlio sta crescendo e sta diventando un giovane uomo..pochi giorni fa ha compiuto 19 anni…volati via veloci e splendidi…rifarei tutto quanto sin dall’inizio…mi son divertita a crescere con lui….è stata la responsabilità più  entusiasmante e gratificante della mia vita…ma siamo ad una svolta…fra pochi mesi esame di maturità..scelte future…paura di sbagliare..bivio fra sport e vita vera..la ragazza..gli amici…scelte obbligate…purtroppo non possiamo aiutarlo…sarebbe così facile..ma le deve fare lui..possiamo solo stargli vicino…confortarlo..capirlo..assecondarlo…ma le scelte obbligatorie e definitive toccano a lui…

Non sta bene…e quando lui è cosi anche io sono cosi…c’era una canzone famosa di  Daniele Silvestri  ‘Le cose che abbiamo in comune’… ‘abbiamo due braccia, due mani ,due gambe, due piedi …due orecchie ed un solo cervello …soltanto lo sguardo non è proprio uguale …..perché il mio è normale, ma il tuo è troppo bello…
perché quando io dormo… tu dormi
quando io parlo… tu parli
quando io rido… tu ridi ..quando tu piangi io piango’

… gliela cantavo quando aveva pochi mesi e lui rideva col suo sorriso sdentato e troppo simpatico..con le guance rotonde e rosee..il naso si arricciava e gli occhi gli brillavano felici…eppure ancora oggi è cosi..quando lui è preoccupato lo sono anche io …per osmosi…per empatia…perché è cosi…perché è mio figlio…e l’amore che provo per lui è assolutamente incondizionato  …io per lui vorrei solo prati fioriti…e campane che suonano a festa…vorrei solo vederlo ridere…ma so che si cresce spesso solo dalle difficoltà..la vita me lo ha insegnato…e quindi in silenzio gli sono vicina..

In silenzio ho cucinato questi muffins..perchè lui li adora..stava studiando con un mal di testa fortissimo…un tè caldo e confortante e un muffin per noi due ..in un pomeriggio umido di questo inverno che non vuol partire… uggioso e soffocante..carico di tensione..ma magicamente…davanti ad un muffin e un tè fumante ho visto i suoi occhi sorridere…e sono stata sorridente dentro anche io..per osmosi…per empatia..perchè è cosi..perchè sono semplicemente sua madre…e se lui sorride sorrido anche io….

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Ingredienti

80 gr di burro (non italiano) e bio

4 cucchiaini abbondanti  di marmellata di arance

115 gr di zucchero di canna

2 uova

1 cucchiaino di essenza di vaniglia

115 gr di farina autolievitante bio

1 arancia non trattata

zucchero a velo per guarnire

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Procedimento

Imburrare 4 tazze da caffè  capienti e disporre sul fondo di ciascuna tazza un cucchiaino abbondante di marmellata (deve ricoprire il fondo della tazza).

Lavorate il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto leggero e spumoso, poi incorporate le uova mescolando bene.

Mettete l’essenza di vaniglia e setacciate la farina e incorporatela al composto.

Distribuire il composto nelle tazze.

Disporre le tazze in una teglia, quindi mettete nella teglia acqua bollente in modo che le tazze risultino immerse per un terzo della loro altezza.

Far cuocere i muffins nel forno già caldo per 40 minuti a 180° . Aspettate che gonfino e che il loro colore diventi dorato.

Lasciar raffreddare e dopo mettetele sui piattini.

Spolverizzate con una nuvola candida di zucchero  vanigliato.

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Preparazione delle arance caramellate

Tagliare a fette sottili l’arancia lasciando la buccia e trasferirla in una padella con la stecca di cannella e lo zucchero.

Lasciare cuocere fino a che lo zucchero non si sarà imbiondito.

Quando si saranno leggermente caramellate porle sopra i muffins e spolverare il tutto di candido zucchero a velo.

Note personali

Questi muffins li ho provati per la prima volta, la ricetta è stata tratta dal libro ‘ Muffin e dolcetti’ della Gribaudo.

La ricetta prevede l’utilizzo per la cottura di 6 tazzè da tè, il composto finale non è molto …io ho utilizzato tazzine da caffè capienti e me ne son venute 4 , questo per farvi capire l’ordine di grandezza e la quantità reale.

In realtà la ricetta originale era con le fragole e con la marmellata di fragole, ma essendo una sostenitrice della frutta e verdura di stagione ho preferito utilizzare la frutta non trattata di questo periodo, sicuramente, più saporita e succosa.

Ho cambiato lo zucchero di canna al posto dello zucchero bianco , ma voi usate quello che più vi piace.

Questi muffin sono STREPITOSI…credo sia per merito della cottura in forno a bagnomaria e per la percentuale di burro danese bio, i muffin risultano con un fondo morbido e  ancor più godurioso appena raggiungerete la marmellata .

Una delle mie ultime passioni è il tè e la sua preparazione, ultimamente sono stata a Firenze alla ‘Via del tè’ ed ho acquistato diversi tipi di tè che vi racconterò in altri post.

Questa volta ho utilizzato il tè Lady Angel n. 87, DIVINO!!! è un tè bianco profumatissimo estremamente naturale e ricchissimo di polifenoli, ottenuto dal semplice avvizzimento e essiccazione dei germogli (Yin Zehn) o dei germogli e delle foglie (Pai Mu Tan).

Questo tè è particolarmente adatto per le crostate di marmellata di frutta e per le torte con i frutti di bosco.

Buona super coccola pomeridiana…..

-Con questa ricetta partecipo al contest Un anno di colazioni: i Muffins” di Letizia in Cucina in collaborazione con FIMOra;    di voglia di cucina

 

– Con questa ricetta partecipo al contest “monoporzione per due” di Lamponi e tulipani

Dolci al cucchiaio per due…. Panna cotta con yogurt e amarene

Non credevo mi piacessero cosi tanto le amarene…nel tempo i miei gusti sono cambiati…ed ho iniziato ad amare cibi indifferenti fino a qualche anno prima…non so se è successo anche a voi…praticamente nulla di tutto ciò che era certezza si è mantenuto nel tempo…tutto è mutato e cambiato…oddio son contenta…non so cosa sia la noia…ma tant’è ….nella vita come nella mia cucina son cambiate le coordinate…e mi ritrovo piacevolmente sorpresa di amare gusti nuovi ….

Quando è uscito il nuovo libro ‘Amarena’  di Csaba dalla Zorza non me lo son certo lasciato sfuggire…

Questa è una delle tante ricette che mi ha colpito…

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tutte goduriose a base di amarene…dalle semplici crostate..ai parfait..alle clafoutis..ai pudding..fino ai sablè..passando dai semifreddi.. alla  pavlova..ed ancora plum cake..scones..tarte tatin…fool..croque en bouche…cupcakes…crumble…

Non mancano i cocktails e delle rare ricette salate molto chic…alcune azzardate fra dolce e salato…

Insomma per me questo libro è stato fonte di ispirazione…adorando panna, yogurt e amarene….

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se non vi piacciono questi 3 ingredienti base non acquistate il libro…ma se come me vi viene l’ipersalivazione al loro pensiero…è fatta…sapete cosa leggere..il libro è piccolo ed ha un prezzo accessibile…foto stupende di Scatà…e ricette collaudate di Csaba che ..io personalmente adoro…

Che dirvi…bon appetit…

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Dolci al cucchiaio

Panna cotta con yogurt e amarene

Per 6 persone

400 ml di panna liquida fresca

100 gr di zucchero a velo finissimo

260 gr di yogurth greco

4 fogli di gelatina

1 cucchiaio di zucchero a velo

Olio di semi per lo stampo

Amarene  per servire

Metti i fogli di gelatina in una fondina coperti con acqua fredda e lasciali riposare per 5 minuti. Metti la panna in una casseruola e aggiungi lo zucchero a velo. Porta lentamente ad ebollizione mescolando bene,  e togli la casseruola dal fuoco e lascia intiepidire. Strizza i fogli di gelatina  e mettili nella casseruola con la panna. Mescola bene con un cucchiaio di legno, fino a che la gelatina sarà completamente sciolta. Prepara lo stampo in silicone con 6 fori a forma di fiori (o comunque fantasia) leggermente oliato.

Versa in una brocca lo yogurt e la panna e aggiungi un cucchiaio di sciroppo di amarena preso dal barattolo. Versa il composto di panna e yogurt ripartendolo in modo uniforme negli stampini. Metti in frigorifero e lascia riposare per tutta la notte.

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– Con questa ricetta partecipo al  contest  “monoporzione per due” di Lamponi e Tulipani

-Con questa ricetta partecipo al contest   “happy birthday”  di dolcizie

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-Con questa ricetta partecipo  al contest “bianco, inverno e comfort food” di Colors and Food

 

Buon San Valentino…

un post veloce veloce….appena tornata da una riunione…ho voglia di festeggiare con questi biscotti…

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oh no…non sono cosi brava…domenica scorsa ho seguito un corso specifico…e vi posto qualche dritta..magari se  volete cimentarvi…non sia mai detto..potrebbe esservi utile!!!

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prima di tutto la ricetta base:

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Ingredienti per circa 12 biscotti base grandi

200 gr di burro morbido (assolutamente NO italiano)

200 gr di zucchero (il più fine possibile) lo Zefiro è il migliore

1 uovo leggermente sbattuto

400 gr di farina , più quella per stendere

Aromi (optional)

Per biscotti alla vaniglia, aggiungere i semi di un baccello di vaniglia MAI VANILLINA (vaniglia in semi)

Per biscotti al cioccolato, togliere 50 gr di farina e aggiungere 50 gr di cacao amaro setacciato.

Coprire con carta forno una teglia con bordi bassi.

In una planetaria con lo strumento a foglia , lavorare il burro con lo zucchero e i semi di vaniglia, fino a quando diventa una crema,

Non lavorare troppo.

Aggiungere l’uovo fino a quando sarà incorporato.

ggiungere la farina a bassa velocità.

Togliere dalla ciotola e farlo diventare una palla.

Avvolgere nella pellicola e metterla in frigorifero.

Lasciar riposare 1 ora.

Infarinare il piano e stendere l’impasto.

Tagliare con le forme scelte e metterle sulla teglia, riporre nuovamente in frigoper circa 30 minuti.

Accender eil forno a 180° .

Cuocere per circa 10 minuti, dipende dal vostro forno.

Togliere e lasciarli raffreddare su una griglia.

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Consigli:

Il forno deve essere statico.

I biscotti si conservano anche per un mese in un contenitore ermeticamente chiuso.

Modecor +Elite come coloranti

Per fare il rosa pallido utilizzare una punta di marrone

Rosso +giallo= colore del viso

CMC polvere indurente

smooder = piallino per lisciare la pasta

utilizzare cera americana…difficile reperibilità..utilizzare la suo posto margarina

Incollare con gelatina  e pennellino decorgel (oppure utilizzare marmellata densa)

La GLASSA= acqua +zucchero

GHIACCIA = zucchero a velo+albume+1:6tipo 100 gr di albume +600gr di zucchero a velo

Acquisti: stecche per stendere la pasta frolla+ tappetino plastica per stendere +mattarellino plastica+ beccucci 2 e 3 per ghirigori..utilizzare coni con carta forno

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Note personali: non è assolutamente facile fare i ghirigori con la ghiaccia…i biscotti sono carichi di alimenti artificiali…coloranti ecc. non fanno per me..ma è stato un corso carino e carina è l’idea di poter personalizzare dei biscotti a tema…

mio figlio li ha regalati alla sua ragazza…ed io e mio marito li abbiamo usati per centrotavola  stasera…san valentino!.

buona notte a tutti…sperando che abbiate trascorso una serena serata con chi amate…

alla prossima coccola…..

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Budin de pan alla vaniglia….

Questa è una ricetta che parla della tradizione argentina..di un popolo …delle origini contadine..

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E così che  nasce questo dolce ricavato con pane avanzato. Si realizza utilizzando il pane raffermo (normalmente avanzato), il burro, il latte, le uova, lo zucchero o il miele, le spezie (tipo cannella, noce moscata, chiodi di garofano o vaniglia) e la frutta secca, i canditi, cioccolato fondente in scaglie , mele. Il pane viene posto in un recipiente (di solito tutta la notte) e si lascia seccare per poi mescolarlo con gli altri ingredienti. Il composto poi si mette in uno stampo e si decora. Il budin de pan può essere servito con una salsa dolce di diverso tipo, solitamente caramello, oppure con una salsa di rum o di whisky. Si consuma freddo e si accompagna con una pallina di gelato alla vaniglia o alla panna. Oltre al più conosciuto argentino, il budin de pan èpresente anche in Malesia, dove si consuma con la crema pasticcera, oppure a Hong Kong, dove la vaniglia è considerata il partner preferito. In Argentina e Uruguay, in realtà, l’accompagnamento classico è il dulce de leche, una crema di latte densa e dolce, spalmabile.

Questa ricetta è di Adelita…una dolce signora argentina….appassionata di cucina naturale…che in pomeriggi d’inverno di alcuni anni fa …teneva corsi di cucina biologica  nel  ‘salotto’ del suo ristorante…pareti colorate…il suono ritmico del cucchiaio sulla ciotola in porcellana bianca…l’odore di buono…l’attesa dell’assaggio finale…

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Ma questa ricetta  …mi parla di qualcosa di antico…di campagna… di tradizioni rurali… quelle tradizioni che sento profondamente mie… durante la mia infanzia trascorrevo le vacanze nella fattoria dei miei nonni….nella campagna toscana…e da lì ho imparato l’assoluto piacere della cucina ‘vera’… autentica… semplice… per me la migliore…

Aprire la madia scricchiolante e trovare il pane ancora tiepido avvolto nell’asciughino di lino candido…intingere il dito nella marmellata di mia nonna ancora troppo calda… il sorriso di mio nonno quando storcevo il  naso dando un morso ad un pomodoro nell’orto ancora troppo acerbo…saltare da una pozzanghera all’altra provando a non schizzarmi…svegliarmi col cinguettio degli uccellini…

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oggi non voglio svegliarmi…e non vedere la realtà… non accettare il fatto che non esiste più niente di tutto ciò… ma nella mia mente è tutto cosi vivo che proprio oggi…

Vi farò accomodare nella cucina di mia nonna… ancora… e con il sole che filtra dalla finestra in un pomeriggio d’inverno…al suono del caminetto scoppiettante… vi offrirò una fetta di questa torta semplice quanto divinamente buona… un buon caffè caldo e profumato…ci accomoderemo sulle sedie di paglia e chiacchiereremo…. conoscendoci… appoggeremo  l’avambraccio sul tavolo di marmo troppo freddo… ma che ci importa??? Il calore del caminetto e dell’amicizia ci scalderà ancora una volta il cuore…

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Budin de pan (per 6-8 persone)

– Latte:       1 litro

– Pane raffermo:        5-6 fette

-Zucchero  di canna bio:   12 cucchiai

-Uova:      5

– Vaniglia:    1 stecca

– Sale

PROCEDIMENTO

Portare ad ebollizione il latte con un pizzico di sale una stecca di vaniglia o una bustina di vanillina.Tritare la mollica del pane e unirla al latte bollente. Sbattere le uova con 8 cucchiai di zucchero  e mescolarle al latte col pane. Preparare il caramello col rimanente  (5 cucchiai) zucchero e 2 cucchiai d’acqua, versarlo nello stampo da budino, bagnato precedentemente con acqua fredda e cuocere a bagnomaria in forno caldo 160°/ 180° per un’ora circa.

Servire tiepido.

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-Con questa ricetta partecipo ai contest “una tavola senza sprechi” di cortesie in cucina


– Con questa ricetta partecipo al contest  “bianco, inverno e comfort food” di Colors and Food

-Con questa ricetta partecipo alla raccolta de L’alveare delle delizie

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Il Ponce alla Livornese

Sono livornese… spesso lo dimentico… o meglio… mi sento libera da vincoli mentali dove il senso di appartenenza è forte e chiaro…

Livorno non è una città qualunque… essere livornese è una caratteristica a parte… sbruffoni… anarchici… caciaroni… ironici… la critica innata… l’essere pungenti  e talvolta decadenti e un po demodè… in fondo c’è il mare… il sole…evvai..boia dè!!!

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io la mia città l’ho amata e anche odiata spesso per gli stessi motivi….

non sono rimasta…

sono uscita dai vincoli legati alle amicizie di una vita… alle ritualità che ti rassicurano… per allargare la visione del mondo… forse potevo farlo restando… ma ho preferito altre città… altre realtà… non avere radici…

ma  Livorno è dentro di me… ed io la rappresento visceralmente… io sono livornese… ed è un dato di fatto…

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Livorno E’ IL PONCE….

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….una bevanda calda e confortante che ha accompagnato tutta la mia vita fino a che non ho lasciato la mia città …..

Il Ponce alla Livornese e’ uno speciale caffe’ corretto che rende unica Livorno da almeno un paio di secoli.

Oltre alla bonta’ della bevanda…il ponce rappresenta  un RITO… berlo nei luoghi giusti o a casa con gli amici sinceri dopo una cena rilassante….

Il posto tipico dove bere il ponce a Livorno e’ senza dubbio il mitico Bar Civili, ormai un’istituzione da piu’ di 100 anni, dove sfotto’ e battute sono di casa anche fra persone che non si conoscono… ossia oltre al ponce andiamo la’ per fare due risate…. dal Civili potete respirare quella che nel resto d’Italia viene definita Livornesita’ e che e’ ben rappresentata dal Vernacoliere …. di cui forse vi parlero’ in seguito…perchè merita un capitolo a parte….

Ponce, Bar Civili, Livorno, Tuscany, Italy

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Il bar e’ unico anche perche’ e’ una vera pinacoteca con decine di quadri dei migliori pittori livornesi del Novecento nonche’ pieno di una ricca collezione di gagliardetti di squadre di calcio e basket nazionali ed internazionali….

Non potro’ mai dimenticare la vittoriosa finale con la Germania dei mondiali del 1982 a Barcellona quando, prima dell’inizio della partita, le telecamere ripresero la formazione italiana in posa per la foto di rito e dietro sugli spalti fu inquadrato uno striscione gigante con la scritta BAR CIVILI LIVORNO…

Per me il Civili e’ un ricordo di interminabili file del sabato sera di ritorno da ristoranti o in uscita dal cinema o prima della discoteca, dove nell’attesa del ponce incontravi amici e conoscenti e bevevamo assieme il ponce, in piedi, bloccando il traffico della angusta strada di periferia…

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infografica di etra comunicazione

Le ricette del Ponce sono molteplici e la vera ricetta e’ avvolta in un alone di mistero… come fosse una Coca Cola de noiartri… ma il classico e’ preparato partendo da una miscela base detta Rumme (ossia una variazione del Rum…) a cui si aggiunge solitamente il Sassolino e un caffe’ extra-strong, senda dimenticare la immancabile “vela”, ossia scorza di limone.

Il tutto bevuto caldissimo nello speciale bicchiere di vetro ci fa ringiovanire ogni volta…. soprattutto bevuto ora nella nostra casa di Lucca e con amici italiani e stranieri con cui scheziamo sulla Livornesita’ come categoria dello spirito….

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INGREDIENTI

1/3 di caffè (espresso)
1/3 di Rumme (Vittori)
1/3 di Sassolino
1 cucchiaino di zucchero
scorzetta di limone (vela)
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PROCEDIMENTO ESPRESSO
Versa direttamente il terzo di Rumme e di Sassolino nel bicchierino a ‘gotto’ con lo zucchero e scaldare abbollore la miscela con il vapore dalla macchina espressa. Versarci dentro un caffè ristretto appena fatto ed aggiungere la scorzetta di limone che galleggerà sul Ponce come una piccola vela, conferendogli l’inconfondibile aroma.
PROCEDIMENTO MOKA
Se non possedete una macchinetta espressa è pur possibile ottenere un buon Ponce casalingo miscelando in un pentolino Rumme, Sassolino, zucchero ed il caffè preparato con la moka. Se si vuole servire più di un Ponce con questa tecnica è consigliabile preparali tutti insieme, portarli ad ebollizione e versarli poi nei singoli gottini dove avremo già preparato la ‘vela’.
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Con questa bevanda partecipo alla raccolta “bollicine winter time” di lamponi e tulipani
 

Waterzooi – Zuppa di Pollo con Porri, Prezzemolo e Panna (2)

Parlare di viaggi mi arricchisce ogni volta dentro….i ricordi…il cibo… le emozioni… l’atmosfera… un luogo…. abitudini diverse e nuove… la storia del popolo….le caratteristiche geografiche..il clima..il cibo…

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Autunno…canali…battelli…posti romantici …. i Belgi sono gentilissimi e accoglienti…cioccolata…merletti…stoffe antiche con trame grezze…birra a fiumi … di quella buona…

si parla fiammingo…e si sorride molto…e il mezzo di locomozione principale è la bicicletta…

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giovani universitari in giro sul canale…aperitivi in barca…locali con plaid multicolori…candele ovunque…

piatto nazionale i muscoli con patatine fritte…

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domenica sera…vigilia del rientro in Italia…

ristorante sul canale…si cena fuori con il fungo che ti riscalda e i plaid…preferiamo entrare dentro…il locale è in legno…rustico…ma non è kitch….l’apparecchiatura è curata pur essendo spartana…prendiamo un piatto unico e una birra da degustazione ….

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e così arriva il nostro waterzooi…caldo..rinfrancante…con pezzi di pollo magrissimo e morbidissimo.

Il waterzooi è un piatto tipico delle Fiandre. Si tratta di un tipo di stufato, o zuppa, generalemente a base di pesce (viszooitje), sebbene possa essere realizzato anche con il pollo (kippenwaterzooi). Altri ingredienti includono verdure come carote, porri, patate, diverse spezie e creme.

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Il waterzooi di pesce può essere realizzato sia con pesci di mare che di acqua dolce; alcune specie comunemente usate per preparare la pietanza sono l’anguilla, la spigola, il merluzzo e la carpa. Il piatto è normalmente servito come una zuppa, accompagnato da pane (tipicamente la baguette) per raccogliere il liquido. Il nome del piatto è olandese e significa “acqua che bolle” (zooien” significa “bollire).

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Il piatto è noto anche come “Gentse Waterzooi”, con riferimento alla città di Ghent di cui la pietanza è originaria.

La ricetta base richiede l’uso del sedano rapa, io ho usato il sedano .

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Altre varianti sono che le verdure vengono lessate a parte e dopo inserite in un brodo di dado. Io ho messo tutto assieme eliminando il dado. E’ venuto buonissimo….caldo e gustoso….ve lo consiglio in una serata d’inverno come piatto unico…semplice e coccoloso….

Ingredienti per 4 persone

– 350 gr di patate

– 2 coste di sedano

– 2 carote medie

– 2 porri (solo la parte bianca)

– 300 gr di petto di pollo magrissimo

– il succo di mezzo limone

– sale e pepe

– 200 ml di panna liquida

Preparazione

Pulire e tagliare le verdure. Tagliare le patate a tocchetti. Mettere 750 cc di acqua con tutte le verdure.

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Dopo 15 minuti aggiungere il pollo tagliato a pezzi e salare . (il waterzoi ha i pezzi grossi di pollo, ma a me non piacciono e ho tagliato il pollo a listarelle piccole le trovo più sfiziose)

Dopo 15 minuti aggiungere la panna e il prezzemolo fresco.

Prima di servire macinare al momento il pepe.

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“in un piatto spesso c’è la storia di un luogo, di un popolo… e allora abbiamo voluto creare un’occasione per condividere ricette con chi, come a noi, piace viaggiare anche per scoprire pezzi
di storia e di sapori in una ricetta.”

con questa ricetta partecipo al contest RICETTE DI VIAGGIO  di  Auto & Donna