Gelato alla crema con le more….secondo Csaba

 

Esistono periodi nella vita più duri di altri… esistono periodi della vita dove trovare momenti di piacere diventa fondamentale per il proprio equilibrio… ricordo benissimo come se fosse ieri… marzo 2010… mio padre in ospedale… un vortice di decisioni da prendere veloci e vitali… come spesso succede con un genitore anziano… lavoro… famiglia… e ospedale…

La sera a casa… era il momento che ricordo con più serenità… era il momento dove io esistevo… e mi coccolavo con cremine di verdure calde che mi scaldavano l’anima e il cuore… era il periodo delle trasmissioni di Csaba… con le sue musiche …le sue mani…le sue ricettine per volersi bene… le sue apparecchiature…le stoffe delle tovaglie perfettamente stirate… piatti e bicchieri abbinati… e fiori… fiori che coloravano i sogni…

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Da quel periodo della mia vita Csaba mi ha accompagnata… con i suoi libri… le sue riviste… le sue trasmissioni… non l’ho mai più lasciata…le sue ricette sono adorabilmente fattibili…spiegate in modo chiaro… e soprattutto hanno sempre un tocco per presentarle in modo inedito e particolare… proprio come piace a me… rendere straordinario l’ordinario…

I suoi libri sono pieni di post it…un pochino sciupati e sicuramente macchiati …mentre cucino li sfoglio …qualche tocco di farina… delle gocce di caffè o pomodoro… qua e là… segni idelebili di cene con amici… di gioia in famiglia… di momenti della mia vita felici…

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Questa ricetta è tratta dal suo ultimo libro ‘Around Florence’… dove le ricette della mia Toscana sono spesso rivisitate per renderle più pratiche e fattibili per noi donne che lavoriamo e che abbiamo poco tempo a disposizione… le foto sono come sempre stupende… scattate da Stefano Scatà… natura… stagioni che scorrono…  ricette della tradizione… colori della mia terra…

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Questo gelato è la fine del mondo…come tutti i gelati preparati in casa con ingredienti freschi e genuini…mai assaggiato un gelato cosi delizioso….sul serio…ovviamente gusto personale!!!

Gelato alla crema con le more

Per 500 ml di gelato

250 ml di latte crudo

250 ml di panna liquida fresca

1 cucchiaino di estratto di vaniglia mio

4 tuorli di uova del contadino

125 gr di zucchero di barbabietola grezzo

more (delle colline vicino casa)

2 cucchiai di zucchero a velo

Metti il latte e la panna in una casseruola e scaldali assieme su fiamma bassa, senza farli bollire. Togli dal fuoco, aggiungi l’estratto di vaniglia e lascia intiepidire. Nel frattempo metti i tuorli e lo zucchero in una ciotola ampia e montali con un frullino elettrico sino a che saranno gonfi e spumosi. Aggiungi il latte, lasciandolo cadere a filo, frullando pianissimo.

Rimetti la crema nella casseruola e sistemala sul fuoco a fiamma bassa. Lascia cuocere 7-8 minuti, mescolando sempre, sino a che si addenserà -fai attenzione a non farla bollire (a me non son bastati 7-8 minuti …).

Togli dal fuoco, lascia raffreddare bene e poi metti la crema nella gelatiera. Azionala per 30 minuti e conserva il gelato in freezer.

Al momento di servire, prepara le coppette tirando fuori il gelato 15 minuti prima dal freezer, distribuendolo a cucchiaiate e coprendolo con frutta a piacere e un pò di zucchero a velo.

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Con questa ricetta partecipo al contest della cara amica Betulla : “Una Ricetta dal mio Libro di Cucina Preferito” 

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Ground Zero … cicatrice d’America e del mondo intero…

Il vecchio World Trade Center si identifica con le Torri Gemelle e con una data che ha cambiato il mondo : 11 Settembre 2001. Da quel giorno niente e’ stato piu’ come prima…. con tale distruzione purtroppo una barriera e’ stata creata fra oriente e occidente…
cosi come una barriera era stata distrutta fra Est e Ovest pochi anni prima il 9 Novembre 1989 con la caduta del Muro di Berlino…. e ci aveva fatto sperare in un mondo senza piu’ barriere fisiche e culturali….

 

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Ora il nuovo World Trade Center e’ rinato….il ricordo… la sofferenza…la memoria…. un nuovo progetto del grande Daniel Libeskind …. per non dimenticare…. le vasche nella posizione delle fondazioni delle vecchie Torri Gemelle…. le cascate d’acqua che rappresentano la vita… i bordi delle vasche con tutti quei nomi incisi per non dimenticare…MAI…

 

 

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La torre 1, detta anche “Freedom Tower”, e’ gia’ finita,  alta 1776 piedi in ricordo della Dichiarazione d’Indipendenza del 1776…. il resto del progetto con tutte le 6 nuove torri, piu’ il museo, verra’ completato entro il 2016…

 

 

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Impressionante…..commovente….suggestivo….imponente…

non si ride…  qui si prega….

in questo preciso punto di New York si sente un dolore secco  allo stomaco…

una pesantezza infinita alle membra…alla testa….al cuore…

un graffio nell’anima

non si può rimanere insensibili…non si può …

 

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qui si è compiuta una tragedia umana…
stessa sensazione  quando varcai la soglia di un campo di concentramento a Dachau

un groppo in gola…inarginabile…non controllabile …

cerco di fermare nei volti della gente lo stesso mio sgomento…

 

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qualcuno prega..altri piangono….altri ancora sono assorti in pensieri mentre toccano le incisioni di quei nomi scolpiti…
le torri gemelle sono una cicatrice profonda per il mondo intero …
e che mai nessuno dimentichi … il baratro profondo di quelle fontane che scorrono verso il centro della terra….verso il vuoto….verso il buco profondo e interiore di quell’orribile giorno nero….

Limonata alle pesche e basilico secondo Jamie….

Avevo voglia di una ricetta estiva….per il caldo …che è finalmente arrivato….

direi scoppiato improvvisamente…

in questi ultimi giorni ho sentito l’afa e le zanzare sono tornate a dar fastidio…

sembra che la natura si sia svegliata …

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adesso è estate e le cicale tornano a cantare il loro verso d’amore….insistentemente…

nel mio giardino…manca all’appello una famiglia di ricci…che le sere d’estate ci faceva compagnia con il loro fruscio continuo…nella siepe davanti al mio terrazzo…

abbiamo iniziato finalmente a cenare fuori…con le candele e il vino bianco fresco….di ritorno dal mare…rilassati e abbronzati..con i capelli morbidi e l’odore di sale sulla pelle….

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ed allora cosa c’è di meglio di ‘una bevanda rinfrescante alla pesca e basilico’ ?

il gusto ricorda il mio sorbetto di pesca e basilico …

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in fondo gli ingredienti sono gli stessi….

di ritorno dal mare ..

con  acqua frizzante e dei cubetti di ghiaccio chic…ricordo di un viaggio nel nord europa…

dei salatini e magari con l’aggiunta di un prosecco diventa magicamente  un gustosissimo cocktail estivo ….una ennesima coccola in un giorno di ferie …. per ricordarci che la vita è fatta di cose belle … naturali…dissetanti….che ci fanno stare bene….preludio di una sera d’agosto perfetta…da regalarci …perchè ce lo meritiamo!!!

 

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LIMONATA ALLE PESCHE E BASILICO

Per 1 litro

– 6 pesche tagliate a pezzi senza buccia

– 7 limoni

– 250 gr di zucchero semolato (per me zucchero di canna bio)

– 12 ciuffi di basilico  più alcune foglioline per guarnire

– acqua frizzante (Perrier) o naturale

– prosecco o superalcolico-vodka liscia ( non amo  i superalcolici) le dosi le dovete scegliere voi in base ai vostri gusti personali

 

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Procedimento

Mettete le pesche in una pentola ampia con la buccia grattugiata di 3 limoni. Aggiungete lo zucchero e i ciuffi di basilico, poi coprite con 500 ml di acqua.

Trasferite la padella su fuoco medio e fate sobbollire per 5-10 minuti, mescolando per sciogliere lo zucchero. Fate cuocere, senza portare a bollore, finchè la frutta non sarà morbida.

Schiacciate la frutta con una forchetta e lasciate cuocere ancora 5 minuti. Levate dal fuoco e mettete da parte a raffreddare.

Quando lo sciroppo sarà freddo, passatelo al setaccio per eliminare tutte le parti solide. Unite il succo dei limoni rimasti e mescolare il tutto.

Trasferite lo sciroppo in una grande caraffa o in una bottiglia.

Si manterrà per 2/3 giorni in frigorifero se non diluito.

Per servire, mettete un pò di sciroppo in una caraffa e riempitela con acqua frizzante (io Perrier) o naturale a vostra scelta, poi mettete in frigo a rinfrescare. Servite la limonata con ghiaccio e decorate con foglie di basilico fresco.

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Un ringraziamento particolare lo devo a Sabina ….la quale gentilmente mi ha fatto partecipe del sito dove poter acquistare alcuni dei suoi splendidi props….tipo i barattoli che vedete in questo post!

Amish, cookies e il Paese dalle grandi opportunita’

Sono stata negli Stati Uniti e sono stata alcuni giorni in  Pennsylvania, principalmente per il lavoro di mio marito,  dopo Philadelphia (stupenda ! ma visitata troppo frettolosamente)… siamo andati ad Harrisburg ed Hershey… poco distante da queste due cittadine esiste la Contea di Lancaster ….con una delle più grandi comunità Amish… potevo lasciarmela sfuggire????

ok ok… devo ammettere che ho davvero stressato… VOLEVO assolutamente non perdermi l’occasione di visitare una realtà che avevo visto solo attraverso il film  ‘Witness’ – Il testimone (1985) con un affascinante H. Ford e una stupenda K. Mc Gillis..chi di voi non lo ricorda???

Arrivo alle ore 12 dopo diversi problemi alla Amish Farm & Hause a Lancaster in Pennsylvania….ma CI SONO!!!! il resto non conta…

Sono a piedi…mollata rapidamente da un   ‘ gentile’    collega tedesco di mio marito …e parlo poco inglese..specialmente lo slang….che proprio non capisco quasi per nulla …. ma non mollo…

Prendo un biglietto per una visita guidata con un piccolo pullman ..con vetri VERDI (Aiutooooooooo le mie fotoooooooooo)..un giro di 1 ora e mezza….la contea è grande…impossibile visitarla a piedi…

solo dopo capisco che è proprio impossibile fare foto….la guidatrice corre come una pazza…ma vedo il positivo….posso vedere più cose…evvabbè….

perdonate alcune foto…fatte in queste condizioni….ma almeno ci sono!!!

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La contea di Lancaster e’ una delle 67 contee della Pennsylvania e qui vivono piu’ di 30.000 Amish divisi in circa 200 distretti

Gli Amish hanno mantenuto uno stile di vita semplice e religioso per piu’ di 300 anni e sono molto lenti nel conformarsi ai cambiamenti del mondo. In termini dis tili di vita ogni comunita’  ha le sue regole ma, per esempio, una cosa comune a tutti gli Amish è che non guidano ed in casa non hanno la corrente elettrica.

Teoricamente dovrebbe essere almeno cosi….in realtà molti amish si sono ‘avvicinati ‘ al mondo moderno….e secondo me è anche giusto…ho visto macchine e trattori….e molti non vestiti in modo classico ma con pantaloncini più comodi e sicuramente più freschi per il lavoro nei campi…

Gli Amish sono anche detti “anabattisti” perche’ ricevono il battesimo da adulti

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Le origini degli Amish risalgono al periodo della Riforma Protestante. Le loro pratiche religiose iniziarono nel 1693 con Jacob Amman, svizzero. Egli credeva in una interpretazione rigorosa e letterale della Bibbia a fronte di un comportamento troppo liberale degli altri protestanti.

 

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A causa delle persecuzioni in Europa, non potevano celebrare le loro funzioni nelle chiese e quindi lo facevano nelle case e questa tradizione e’ rimasta anche ai giorni nostri. In ogni distretto costituito da circa 20-30 famiglie (molto numerose) e a turno ciascuna famiglia ospita le funzioni domenicali nella propria casa. Gli uomini e i bambini siedono ad un lato mentre le donne ad un’altro. In tedesco vengono cantali gli Inni e le letture della Bibbia.

 

 

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Sempre a causa delle persecuzioni si inizarono a trasferire in Pennsylvania a partire dal 1720 grazie all’aiuto di William Penn e al suo “holy experiment” di tolleranza religiosa… ancora una volta una dimostrazione della grandezza delle origini degli Stati Uniti d’America… e dei loro Padri fondatori… e proprio a Filadelfia, in Pennsylvania fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza nel 1776

 

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Circa il 25% degli Amish e’ agricoltore a tempo pieno mentre gli altri hanno avviato attivita’ in proprio, in genere legate all’artigianato. Ci sono anche uomini di affari che lavorano per aziende esterne o che sono professionisti usando anche  telefoni e pc, ma questi oggetti vengono tenuti in building separati o fienili, ma mai in casa…. accettano volentieri le energie alternative…

Gli uomini sono senza barba prima del matrimonio e con barba quando sono sposati. Le donne indossano cappa e grembiule bianco da nubili e grembiule nero da sposate. non possono indossare gioielli ne’ avere bottoni con asole, quindi usano spille e bottoni automatici. I capelli non vengono tagliati e  li arrotolano con chignon.

 

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Mi ha colpito il sistema scolastico…( strano eh!??) i bambini Amish frequentano la scuola primaria in una scuola privata composta da un’unica aula…con panche in legno grezze…molto spartana…gli amish non frequentano o proseguono gli studi nella scuola secondaria o nelle università..essi sono convinti che l’istruzione oltre la scuola primaria potrebbe portare al disgregamento del loro stile di vita e a un ‘pensiero moderno’

In queste scuole si insegna ciò che potrà loro essere utile…quindi oltre alla lettura e scrittura e calcolo (non so quanto bene lo possano spiegare …guardate questa bambina che non riusciva ad eseguire un semplice resto…ed infatti la sorella ha usato la calcolatrice…)  apprendono anche principi di agricoltura, salute, storia e geografia. Qui i bambini imparano a leggere e scrivere in inglese visto che nella comunità si parla il Pennsylvania Dutch…un dialetto tedesco

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Ogni tanto incrociavamo una piccola bancarella …dove vendevano i prodotti della terra…grosse macchine si fermavano allettate dalle zucche gigantesche….

Ci sono anche punti vendita…dove potevamo acquistare candele naturali ….verdure conservate….marmellate…prodotti artigianali in legno e piccoli giocattoli…cosi come piccole manifatture artigianali con i colori amish….tipo grandi presine e piccoli arazzi…..tutto il resto era made in china…lascio a voi le considerazioni del caso…

In questa bancarella c’erano tre fratelli…che vendevano limonata fresca e dolci vari …oltre alle verdure in barattolo…

Ho acquistato dei cookies per mio marito…per la nostra colazione della mattina dopo quando avremmo raggiunto New York in auto….

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I cookies in America sono diversi da quelli che troviamo in Europa…sono più grandi …più gonfi …più morbidi…una vera libidine…

Ho letto gli ingredienti (nella foto sono cookies con noci ) dei miei CHOCOLATE CHIP  COOKEIS Amish : oil (usano quello di cocco), sugar, oatmel, egs, baking soda, salt, water, vanilla, flour, chocolate chips.

Non li ho trovati particolarmente salutari come invece mi sarei aspettata….

ed allora vi lascio la ricetta dei VERI cookies americani….presa dai miei due  libri guida di queste vacanze newyorkesi…

‘Una merenda a New York”   e “New York LE RICETTE DI CULTO” di Marc Grossman

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PER 18/20  BISCOTTI GRANDi

 

INGREDIENTI UMIDI

250 gr di burro ammorbidito

125 gr di zucchero semolato

125 gr di zucchero di canna grezzo

1 cucchiaino di estratto di vaniglia

2 pizzichi di sale

2 uova medie

INGREDIENTI SECCHI

400 gr di farina tipo 0

1 cucchiaino di lievito

200 gr di cioccolato spezzettato grossolanamente

1 cucchiaino di fleur de sal

Impasto:

Sbattete il burro e lo zucchero con il robot da cucina o a  mano fino a che il composto diventa spumoso. Incorporate gli altri ingredienti umidi, continuando a sbattere per amalgamare bene. Mescolate gli ingredienti secchi e aggiungeteli al composto precedente fino a che diventa omogeneo; mettete in frigorifero per almeno 1 ora.

Cottura:

Scaldate il forno a 205°. Dividete l’impasto in palline e adagiatele su una teglia rivstita di carta forno e cuocetele per circa 10 minuti.

I cookies devono essere molto soffici quando li sfornate. Lasciateli raffreddare per almeno 10 minuti a temperatura ambiente prima di gustarli.

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Il richiamo di un risotto alla lavanda…

Oggi magicamente giornata stupenda…un sole caldo entra dalle finestre…giornata del mercato contadino…cipolle e carote di prima qualità…raccolgo la lavanda dal mio giardino…delle vespe ronzano felici e per niente fastidiose…

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Se non ricomincio a postare non lo faccio più…so che aspettate notizie dal mio recente viaggio ‘ammericano’…ma sono fagocitata da cene e ritrovi di inizio ferie…di inizio mare…di cose belle e goderecce…è come se le mie ferie magicamente si stessero allungando…piacevolmente …e in modo intenso…

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Sapete bene che ci vuol tempo..per ritrovarsi nelle foto (sinceramente non ho esagerato)….catalogarle…un minimo di post produzione…organizzare dei post che possano tornare utili a chi li legge…scrivere notizie certe…andare a rispolverare la guida..i libri..gli appunti presi…stampare alcuni approfondimenti….renderli sintetici (l’è durissima per me…che di sintetico ho ben poco)….quindi promesso arriveranno notizie dall’America…e anticipo che il primo post parlerà…TADADAAAAAAAAAAaaaaaaaaa..degli AMISH!!! della contea di Lancaster…

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Ma un risotto alla lavanda mi ha richiamata a voi…la ricetta è della cara Maria Chiara ..l’ho stressata oltre misura…

 

 

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volevo una ricetta micidiale di un risotto alla lavanda…io amo i risotti….li adoro…è il mio comfort food per eccellenza..lo volevo alla lavanda perchè avevo una promessa in sospeso…con Francesca

 

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un grande piccolo pensiero natalizio …un sale alla lavanda…speciale creato con le sue mani …per me..mi ha intenerita oltremisura e volevo dedicarle una ricetta speciale…ho assemblato quel che più adoro per questa ricetta..emozioni..pensieri……complicità amiche della blogsfera ..e amiche reali che stasera avrò il piacere di avere alla mia tavola…che manco a dirsi avrà l’odore …il colore e il sapore della lavanda…

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preparo il brodo….e mi anticipo per la cena di stasera….voglio sbrigarmi …il mare mi aspetta…

 

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Risotto alla lavanda

Ingredienti

Per il brodo

una cipolla

una carota

rosmarino un rametto

lavanda due rametti freschi

sale (io aromatizzato alla lavanda)

Preparazione

Olio e cipolla tritata finemente. Fare imbiondire e unire il riso. Farlo tostare. Sfumare con del vino bianco e lasciarlo evaporare. Aggiungere il brodo vegetale un pochino alla volta.

Qualche minuto prima della fine della cottura aggiungere della lavanda essiccata, aggiustare di sale, macinare del pepe fresco e aggiungere 80 gr di pecorino , 30 gr di parmigiano e mantecare con 30 gr di burro salato. Qualche fiore fresco per guarnire insieme ad un rametto di rosmarino.

Et voilà….il gioco è fatto!!!! semplice colorato e soprattutto aromatizzato ….

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Da rifare assolutamente…..delicatissimo l’aroma della lavanda..che c’era ma si sentiva come un retrogusto finale…

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Provatela e fatemi sapere…