Lucca e il suo tordello antico…

Preparare la fontana di farina, rompere al centro le uova, con le mani, creare un impasto morbido e liscio da trasformare in una sfoglia dorata, è un rito a cui solo pochi rimangono indifferenti.

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La ricetta che vi propongo è una ricetta della tradizione lucchese. Non la troverete da nessuna parte, essa si tramanda di madre in figlia . Tutti  a Lucca mangiano i TORDELLI …per il pranzo di Natale, il cenone di Capodanno, un compleanno o una semplice domenica in famiglia. Tutti conoscono la ricetta e ognuno la cucina in modo diverso. Magari differenziandosi in un piccolo ingrediente che però, badate bene…. fa la differenza…

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Il tordello viene cucinato nelle trattorie lucchesi tipiche, quelle che ti servono il vino in fiaschi di paglia e con tovaglie  rustiche di carta …se passate dalla cucina trovate spesso signore anziane dalla mani deformate dal lavoro nei campi…che impastano accanto ad enormi pentoloni di acqua bollente …di solito sono parenti del padrone della trattoria…e queste trattorie, che di solitotroverete in collina,…sono le migliori!

 

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Ho tribolato non poco per avere la ricetta autentica! Sono impazzita dietro alle persone anziane che conosco (non essendo nativa di Lucca)…la ricetta era un lista imprecisa di ingredienti che si ammassavano con semplicità (secondo loro)…in realtà non ci capivo niente…chi parlava di bietola…chi di macinare la carne…chi di tagliarla con la mezzaluna…chi con il tritacarne (che non son dettagli inutili…cambia la grana della carne del ripieno)…per non parlare della carne …chi la faceva arrosto in forno….chi nella pentola sul fuoco….chi usava del lesso avanzato…aiutoooooooooo!!!

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Il tordello è un rito unico….pensate che anni fa mi recai a prendere ‘l’olio nuovo’ in collina …mentre aspettavo le bottiglie mi fecero accomodare accanto al camino…una volta seduta mi voltai e nella stanza c’era un tavolo enorme…metà tavolo era con tordelli freschi ..l’altra metà con farina, ripieno di carne e pasta stesa…due donne ridevano e chiaccheravano allegramente…mi spiegarono che erano sorelle e che si trovano tutti gli anni in questo periodo per preparare i tordelli per Natale…essendo una famiglia numerosa servivano molti tordelli  e impiegavano molto tempo per prepararli…quindi dedicavano una giornata intera fra sorelle per preparare questo piatto che poi veniva congelato aspettando il Natale..

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Ho intervistato anche Pola Belluomini , nota esperta di cucina lucchese…Pola mi ha raccontato che un tempo nelle corti esisteva un unico forno a legna per molte famiglie…le donne si mettevano d’accordo per cuocere il pane e le torte per le feste paesane , i tortelli venivano fatti nelle famiglie e tutti collboravano …Lei mi ha svelato il segreto della bietola che alcune nonnine mettono nel ripieno … la bietola va passata nel burro . Inoltre la forma originale del tortello è quella a mezzaluna…ipse dixit!

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Inoltre ho stressato il ristorante ‘Forino’ …un ristorante storico di Capannori….e mi ricordavo che un tempo avevano pubblicato sul loro sito un video con la ricetta dei tordelli fatta dal padre e tramandata dalla nonna ….il video non esiste più ma mi hanno concesso delle fotografie e LA ricetta della loro nonna…puntuale e precisa…

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PicMonkey Collageokokokok                                                                 Le foto sono gentilmente offerte dal Ristorante ‘Forino’

E’ questa la ricetta che ho usato per i tordelli di questo MTC..e anche io li ho congelati in parte per la prossima domenica in famiglia con il ragù che deve essere il più delicato possibile…con nessuna spezia … nè tantomeno salsiccia o funghi…niente di niente..altrimenti il sapore del ripieno potrebbe essere messo in discussione… poichè il vero protagonista è lui IL RIPIENO…appunto!

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Ho deciso per questo MTC di rallentare il ritmo frenetico delle mie giornate incalzanti…

godermi una ricetta dal sapore antico…un piacere senza tempo…

e cosi mi sono regalata il lusso di preparare un ragù a fuoco lento…

di impastare godendo il ritmo delle mie mani nella farina…

ed ho dedicato attenzione e cura negli ingredienti che ho acquistato…

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TORDELLI LUCCHESI per 6 persone
L’IMPASTO
500 gr. Farina manitoba
5 rossi d’uovo
Una presina di sale
Acqua Q.B.

Il ‘PIENO’ DEI TORDELLI

Per gli arrosti:
700 gr. Polpa di manzo
500 gr. Maiale
Preparare gli arrosti drogati la sera prima con aglio, peporino(timo lucchese) sale e rosmarino e cuocere in forno a 180° (circa 2 ore dipende dal vostro forno)
300gr. Pane raffermo ( ammollato nel brodo)

5 uova

200gr parmigiano
prezzemolo

noce moscata
Macinare la carne e il pane insieme, successivamente inserire tutti gli ingrdienti ed lavore energicamente.
Tirare la sfoglia  e porre sopra un poco di impasto ( ben distanziato),richiudere,pressare e tagliare con un coppapasta.

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RAGU’ PER 6 PERSONE
400 gr. Manzo macinato magro
300 gr. Maiale macinato magro
5 costole di Sedano

un ciuffetto prezzemolo

2cipolle

carota facoltativa
Pomodori pelati (400 gr)
Far cuocere lentamente per tre ore.

P.S. vi informo che :

  • sto seguendo un corso di fotografia in bianco e nero ….
  • ho acquistato un nuovo obiettivo: il fisheye
  •  ho fatto inorridere i miei maestri dicendo che ho usato il fisheye per i tordelli lucchesi….ma alla creatività non c’è mica limiti no???
  •  riguardando le foto effettivamente il tordello  sembra una navicella spaziale è anche un pò inquietante…ma mi son cosi divertita che  presto volentieri il fianco alle vostre battutacce che oramai aspetto con ansia tutti i mesi…

Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC di Novembre n. 52

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Cheesecake…il modo migliore per andare a Ny senza prendere l’aereo…(M.Grossman)

Correvano gli anni ottanta…ed io ero una ragazza…incontrai mio marito e fu amore…di quelli veri …che durano nel tempo….un tempo immemorabile scandito dalla complicità ..dai viaggi…dal cinema…e dalla musica…

La musica ci ha sempre attraversati…dai tempi delle discoteche…alle feste…ai piano bar…al pop-rock nei pub inglesi…al jazz delle scimmie milanesi…

poi siamo diventati ‘grandi’ e fu amore con i cantautori italiani…quelli i cui testi erano poesia pura…ricordo ancora la mia prima sensazione di euforia ..mettere a tutto volume Paolo Conte e urlare a squarciagola ‘Un gelato al limone’ nella nostra nuova casa …in mezzo ai monti…un posto desolato e altrettanto bello….a noi pareva un sogno..il nostro sogno di libertà

E fu cosi che  arrivò nostro figlio…e fu amore triplicato all’ennesima potenza…lo coinvolgevamo nelle nostre canzoni…ad un certo punto verso il 2005, mio marito decise che era arrivato il momento di ascoltare ‘musica vera’…e iniziarono a fare lunghe pause ‘fra uomini’ nei negozi di cd di tutto il mondo…alla ricerca di ‘buona musica’ quella di elite…quella di un tempo… come Pink Floyd, Genesis, Jethro Tull… ma anche quella piu’ attuale dell’epoca come U2, REM, Radiohead…

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Cibo e musica, sempre presenti nella nostra vita  e nei nostri viaggi…

e oggi vi parlero’ del  Breakfast in America  per ME..proprio quello che mi ha  rimandato dritta dritta  alla hit del famoso gruppo rock progressivo dei Supertramp, nato in America nel 1970…ed esploso nel 1979 proprio con l’album Breakfast in America che spopolo’ in tutto il mondo  …

Ricordo quando lo ballavamo al Frumpy …mitica discoteca sulla Pisorno a Tirrenia …erano i nostri vent’anni…ballavamo fino ad essere sfiniti..sudati e soprattutto felici…

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Se leggete la traduzione della canzone …troverete del salmone come protagonista assoluto…e se penso al salmone penso al pranzo newyorchese e non alla colazione…esattamente da Murray’s Bagels 500 Avenue of the Americas…DIVINI!!!!

Il  “Breakfast in America” per me  è  Manhattan  … e’  Eisenberg’s  sulla 5TH Avenue….è una cheesecake…

è qui che ho assaggiato la migliore cheesecake della mia vita ed anche la più grande fetta di torta che io abbia mai visto…in una colazione di diversi anni fa….in uno dei nostri viaggi nella grande mela…

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Questo classico dolce newyorchese è facile da preparare …qui vi riporto una ricetta  tratta dal libro di M. Grossman …una ricetta  del Caffè italiano a NY ‘La fortuna’ famosissimo negli anni 70…uno dei rifugi preferiti di John Lennon (tanto per rimanere in tema di colazione e musica)…personalmente riadattata da me…con del mascarpone in aggiunta alla ricotta…e con dei biscotti integrali per base…al posto della farina…una cheesecake tutta italiana…

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Ingredienti

150 gr di burro fuso

250 gr di biscotti integrali

250 gr di mascarpone

250 gr di ricotta

4 uova

4 cucchiai di zucchero di barbabietola

2 cucchiai di fecola

Marmellata di mirtilli home made

un pizzico di sale

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Procedimento

Frullare finemente i biscotti e unirli al burro fuso.

Stendere il composto nella teglia foderata da carta forno e appiattirlo schiacciando bene con le mani il composto, che sarà il fondo della torta.

Mettere in frigo.

Montare a crema i tuorli d’uovo con lo zucchero.

Aggiungere il mascarpone, la ricotta, la fecola e mescolare fino ad avere una crema liscia e senza grumi. Aggiungere i 4 albumi montati a neve col pizzico di sale.

Versare la crema sul composto di biscotti e infornare per circa 40 minuti (fino a quando la superficie della torta diventi dorata e inizi a spaccarsi formando delle crepe)

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Una volta freddo cospargere la superficie con la marmellata di mirtilli calda (diluita con un cucchiaio di acqua).

In mancanza della marmellata di ottima qualità (questo è indispensabile) potete usare anche mirtilli freschi o surgelati. Potete farli addensare con un paio di cucchiai di zucchero e il succo di mezzo limone.

 

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Un morso …di questa torta..e…senza bisogno di prendere l’aereo sono catapultata in America..con la mia colazione preferita…un caffè lungo caldo e infinito…come la  storia d’amore fra me e mio marito…

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Potage parmentier …a modo mio

La ricetta di oggi è tratta da: “Mastering the art of French Cooking”…ma più che una ricetta di Julia Child oserei dire che è un classico francese..passando dalla ‘ vichyssoise’ (sempre a base di patate e porri, ma servita fredda) e da Ratatouille e la sua zuppa ad

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Anthony Bourdain  nel suo  Kitchen Confidential…a Csaba nel suo Bon Marchè …

no dico due soli ingredienti e così tanto seguito….ci sarà un perchè…

Anche perchè ‘semplice’ non è sinonimo di ‘facile’ (cit. di J. Powell nel suo Julie & Julia riferendosi al suo Potage Parmentier)

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Il ‘segreto’   sta sicuramente  nella qualità delle materie prime …le migliori…il brodo di carne appena tiepido, le patate migliori della zona e i porri del contadino…

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Una delle bontà più semplici e confortanti…una vellutata cremosa e per niente dietetica…l’inventore fu un certo PARMENTIER, un  agronomo, igienista e nutrizionista francese..

E’ grazie a lui che si diffuse la patata, guardata con sospetto fino ad allora.

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Collaborò alla corte di Luigi XVI e riuscì a far comprendere che non solo la patata era buona…economica e versatile, ma poteva, in caso di carestia, costituire un valido aiuto per la popolazione, visto che la sua coltivazione non richiedeva  particolari cure ..

Trascinò ben presto con il suo entusiasmo anche i sovrani: fiori di patata presero ad adornare anche il cappellino della regina e delle sue dame di corte!

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Questa ricetta si presta a modifiche personali…ognuno può personalizzarla come meglio crede, si può rendere più dietetica anche con la modifica fra latte e panna, ma io credo che le ricette debbano essere mantenute così come sono…mangiarne meno ed assaporare la vera essenza di un classico francese …una carezza per l’anima in queste sere di autunno inoltrato…

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 Ingredienti

Per 4 persone:

Ingredienti:
3 porri
500 gr di patate della Garfagnana
1 lt di brodo vegetale (la ricetta originale prevede quello di pollo)
50 ml di panna fresca

30 gr di burro salato francese
pepe
sale

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Variazioni Personali:

40 g di Semi di sesamo neri

sale e pepe

100 g di coriandoli di bacon

due fette di pane di farro integrale

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Preparazione

Pelare le patate e tagliarle a cubetti, mondare i porri tenendo le parti bianche e verdi tenere riducendo il tutto a listarelle. Versare i porri in una capiente pentola e farli rosolare con una noce di burro per qualche minuto, aggiungere le patate e coprirle con il brodo, cuocere per circa 20 minuti. Frullare le verdure (Julia li schiacciava con la forchetta) fino ad ottenere una consistenza vellutata, versare  la panna ed aggiustare di sale. Servire a piacere accompagnata da crostini di pane integrale , una manciata di coriandoli di pancetta  ed un pizzico di semi di sesamo neri croccanti.

Come direbbe Julia… Bon Appetit!

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