Giardino magico di BOMARZO per #SEGUILESTAGIONI DI OTTOBRE

Consiglio di visitare il Sacro Bosco di Bomarzo (vicinissimo Roma) in questo periodo…La natura è veramente suggestiva e l’autunno si manifesta in tutto il suo lieve e caldo abbraccio…Ottobre offre in questo ‘bosco dei mostri’ ciclamini , felci e castagni imponenti ….gli odori del sottobosco si avvertono nell’aria mentre vi appresterete ad attraversare il percorso ‘magico’…

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Il  viale d’ingresso non lascia presagire l’atmosfera mistica che vi attende appena varcato l’arco che introduce nella parte del bosco più affascinante, dove la vegetazione si fa più fitta e ad ogni angolo spunta una creatura mostruosa.

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Il  Sacro Bosco e’ un esempio anomalo di giardino all’italiana, progettato e realizzato nella seconda meta’ del 1500 per volere del Principe Vicino Orsini.
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La sua unicita’ e’ quella che vi sono state fatte alcune sculture utilizzando massi giganti gia’ presenti nel bosco. Le prime ad accoglierci sono le sfingi greche,  che sembrano ammonire il visitatore e ricordare il loro ruolo di guardiane delle città sacre. Proseguendo lungo il sentiero a sinistra troverete le statue raffiguranti le divinità più antiche come Saturno, Giano, Fauno, Evando e la Triplice Ecate.
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Incontrerete altre figure e animali fantastici come la tartaruga enorme che sorregge sul dorso la Nike, personificazione della vittoria alata
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 Ed ancora  Pegaso alato, immortalato in procinto di spiccare il volo per annunciare agli dei l’avvenuta vittoria.
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Incontrerete  Nettuno, il dio dei mari, in una gigantesca vasca…. la dea dormiente e l’elefante che sostiene una torre, simbolo delle battaglie cartaginesi di Annibale contro Roma
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L’ultima emozione inquietante la regala l’Orco, emblema del parco, con il suo monito ogni pensiero vola….
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Sullo scopo e il significato del Sacro Bosco ci sono innumerevoli interpretazioni ma nessuna certezza… La piu’ probabile e’ quella percorso “iniziatico”, molto attuale nel XV secolo, secondo gli influssi neoplatonici.
Se vi interessa saperne di più leggete qui
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Questo post è il mio contributo per #seguilestagioni di ottobre.
Partecipano con me:♥ PENSIERI E PASTICCI – Simona
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♥ ULTIMISSIME DAL FORNO – Anna
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♥ DUE AMICHE IN CUCINA -Miria
♥ LA FATA IGNORANTE – Silvia
♥ I BISCOTTI DELLA ZIA – Consu (benvenuta Consu!)

La nostra lista della spesa dalla quale ho attinto l’idea per l’ambientazione autunnale del mio post:
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Siviglia e le foglie d’Acanto per #SEGUILESTAGIONI di Maggio

 

Reduci dai  festeggiamenti del nostro primo compleanno, siamo pronte per parlarvi ancora di noi.  Questo mese per #Seguilestagioni di Maggio troverete i nostri post pronti ad attendervi…

♥ PENSIERI E PASTICCI – Simona
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e la nostra new entry
♥ 2 AMICHE IN CUCINA -Miria
La nostra lista della spesa:

Per questo Maggio capriccioso vorrei parlarvi del mio ultimo viaggio: dell’assolata Andalusia , della sua atmosfera, la sua storia, delle sue tapas, la Sangria, il flamenco….ma soprattutto dell‘ACANTO…

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Anche qui, come in parte della Sicilia, la cultura e la tradizione e’ legata alla fioritura della cultura Araba a partire dal 700 d.C. Infatti  tutto e’ cominciato con il Califfato di Cordoba che ci ha lasciato in eredita’ la spendida Mezquita………. e poi proseguito con quello di Siviglia e Granada, l’ultimo a cadere alla fine del 1400.

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La Mezquita e’ stata costruita a partire dal 785 d.C sui resti di templi romani e chiese cristiane, subendo poi a sua volta la “violenza” di vedersi costruire all’interno la cattedrale cristiana nel periodo rinascimentale. L’opera nel suo insieme e’ comunque qualcosa di fantastico, qualcosa di piu’ della piu’ grande moschea del mondo. Per costruirla sono stati riutilizzate colonne e capitelli romani delle precedenti costruzioni. In particolare abbiamo notato i capitelli corinzi ornati con foglie d’acanto… niente di strardinario direte voi, in quanto li troviamo in tutta Europa grazie alla tradizione greco-romana….

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Visitando Siviglia e Cordoba abbiamo capito come all’epoca la civilta’ araba fosse non solo all’avanguardia per la scienza e l’arte ma anche in termini di tolleranza e vicinanza con le culture cristiane ed ebraiche. Basti pensare che anche famiglie ebraiche e cristiane benestanti avevano l’harem…. nonostante la religione non lo prevedesse…

Nell’Alcazar di Siviglia, costruita nel 1300 dal re cristiano ma in stile arabo, ispirato dalla fantastica Alahambra di Granada e usando, appunto,  la manovalanza araba proveniente dal vicino califfato di Cordoba. Insomma all’epoca in Andalusia i canoni artistici erano per tutti quelli arabi, da cui e’ nato lo stile mudéjar. Proprio in questa reggia, una delle aree piu’ belle e’ quella della camera del re (cristiano), vicina alla zona dove c’era il suo harem, decorato in maniera spettacolare con azuleios con motivi a croce cristiana, araba ed ebrea.

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In tutto il palazzo ci sono azulejos di vari tipi e in particolare anche alcuni bellissimi, colorati con rappresentazioni di foglie d’acanto…come quelle sui capitelli corinzi delle cattedrali…

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I giardini dell’Alacazar sono anch’essi spettacolari e durante un giro ho notato piante stupende e soprattutto alcune splendide piante fiorite che non avevo mai visto prima…..

Ho cercato di capire che piante fossero ma molti non sapevano darmi risposta…. fino a che una giardiniera, quando gli ho mostrato una foto,  mi ha detto che si trattava della pianta e del fiore di Acanto.

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A quel punto mi sono entusiasmata per tutte le reminiscenze storiche e culturali sui capitelli corinzi, rendendomi conto che mai prima d’ora avevo visto l’Acanto!

Dopodiche’ ho notato che in tutti i giardini pubblici di Siviglia, a partire da quelli vicino a Piazza di Spagna,  erano pieni di piante d’acanto che fiorivano proprio nel mese di Aprile

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Agrumi che passione!!!! per #SEGUILESTAGIONI di Gennaio

Questo mese voglio parlarvi per  #Seguilestagioni  degli agrumi della Sicilia…

Una Sicilia che ho assaporato intensamente in questi giorni invernali …pieni di sole, colore, profumo, storia, cultura e cibo…

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Gustare il cibo siciliano vuol dire fare un viaggio nel tempo e nello spazio. Dai Greci agli Arabi, per arrivare agli spagnoli, ogni cultura ha lasciato la sua impronta…ha lasciato qualcosa di sè.

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La cucina siciliana spazia dalla semplicità e quindi dall’esaltazione dei sapori della terra…intensi ed eccezionali…a piatti di una complessità incredibile …piatti barocchi nei sapori che ti catturano i sensi.

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Gli agrumi sono la Sicilia…in tutto il loro essere…ma questo l’ho compreso appieno soltanto con il viso ‘dentro’ un albero di limoni…o di arance o di pompelmi….si si vete capito bene…dentro..gli alberi vengono potati in modo tale che la pianta e i suoi frutti possano restare all’interno

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Arance, limoni, mandarini, clementina, bergamotto, cedro,chinotto…ma anche ibridi come il pomelo…che qui viene candito nelle pasticcerie siciliane

Abbiamo conosciuto nel nostro viaggio molte persone…accoglienti , ospitali ed educati…e questo ricordo ci accompagnerà ….ma alcune di queste sono legate proprio agli agrumi e ad una masseria storica di Modica..esattamente Solarino che ha creato un’azienda a conduzione familiare questo il loro sito, la loro storia e la loro attività..

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Ci hanno spiegato la produzione…la ciclità dei loro tre tipi di arance che si alternano in base ai mesi invernali …in modo assolutamente naturale rispettando i ritmi della natura e delle stagioni…ma anche altri agrumi…speciali nella loro autenticità.

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Il proprietario Vincenzo Solarino ci ha mostrato orgoglioso la storia del loro lavoro e della sua famiglia. Stupenda persona anche Salvatore Tommasi, il responsabile della produzione, che sente sue creature ogni frutto o pianta e si diletta in incroci e innesti .

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Ci hanno donato il loro ‘oro’ …ho provato a fare il gelo di arancia….l’insalata con cipolline, pomodori secchi , sale di trapani e arance …e la marmellata di limoni…

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Ecco la mia ricetta home made per voi…

MARMELLATA DI LIMONI

Ingredienti:

Per 1 kg di limoni

750 gr di zucchero

Procedimento:

Dopo aver lavato i limoni, affettateli sottilmente , privateli dei semi ma non sbucciateli.

Versate i limoni così preparati in una zuppiera, aggiungete acqua fredda sino a ricoprirli e lasciateli riposare per un giorno intero.

Scolateli, poneteli in una casseruola capiente (non di alluminio) e lessateli, dopo aver aggiunto 4 bicchieri di acqua fredda.

A cottura ultimata, quando cioè la buccia degli agrumi sarà diventata tenera, sgocciolateli e permettete agli agrumi di raffreddare.

Preparate intanto uno sciroppo bollendo lo zucchero in 250 gr di acqua, introducetevi poi le fettine di limone e. a fiamma bassissima, portate a cottura la marmellata.

Anche in questo caso è preferibile invasare a caldo, tappare ermeticamente e conservare il prodotto in luogo fresco, asciutto e buio.

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La lista della spesa di Gennaio creata da Anna Marangella
gennaio

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Skagen, vento, sabbia ed erica #Seguilestagioni

Il senso del viaggio è quel punto di incontro fra ciò che provi interiormente e quel che oggettivamente ti circonda… in quel momento  le dimensioni del viaggio interno e quello esterno… che spesso corrono come due percorsi paralleli… trovano un punto di convergenza… la consapevolezza di un contatto intenso tra ciò che è dentro e ciò che è fuori… di te…

il resto è dentro il tuo trolley… le immagini scorrono e cerchi di fermarle con la tua reflex… un aereo… una macchina a noleggio un pò retrò… un cielo intenso e blu ti fa amare ancora di più il luogo dove ti trovi e dove esattamente vorresti essere..respiri forte… qui… ora..Skagen e la sua luce…il mio viaggio d’agosto … le sue dune…

Per questa edizione di seguilestagioni non ho avuto dubbi! Volevo portare i colori di quelle dune …quei colori dell’erica sporca di sabbia…quel violaceo mischiato a verde tenue

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Ed ecco la mia proposta: UNA COMPOSIZIONE che viene dal nord con erica e fiori di fine estate, con la gradazione del mio colore preferito..l’ho riadattata con la mia Italia..con settembre e con uva dolce e piena…

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LA LISTA DELLA SPESA DI SETTEMBRE #seguilestagioni
(a cura di Antonella Manfredi)

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Per la mia composizione ho scelto dei fiori tratti dalla lista e inseriti nel cestino  di argento antico ereditato da mia suocera.
Ogni fiore ha un significato nel loro linguaggio segreto e antico …ad esempio il crisantemo che ho usato significa verità, oppure l’eucalipto protezione, l’erica solitudine, la rosa viola incanto, dei deliziosi fiori di cera bianchi e rosa che significano suscettibilità…ho aggiunto dell’uva simbolo di fertilità, prosperità e gioia di vivere…

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 Negli anni ho affinato il piacere di stare bene , non so dirvi il perchè. C’è qualcosa di dolce e strano, una sensazione di rivivere emozioni familiari. Eppure non sono mai stata prima d’ora a Skagen. Abbiamo affittato una suite al Brodsum hotel, nel cuore della cittadina, tuttora adibito ad albergo e all’epoca punto d’incontro degli artisti della scuola di Skagen.

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Mi piace immaginare che sulla tavola degli artisti che qui si vedevano per un pasto e per discutere d’arte, ci fosse un centro tavola come quello da me preparato…e nei saloni  con pavimenti in legno scricchiolanti ci fosse   un  profumo di fiori e frutti. Odore di legno e fotografie d’epoca, tante e suggestive.

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Il museo con le opere dei pittori del Nord Europa è proprio davanti all’hotel Brodsum. Ritratti affascinanti che mi catturano dentro, immagini  reali immerse in quella luce magica che vivo adesso. Onde, sabbia impetuosa e danzante , volti di pescatori, di donne, di bambini. Immagini vivide calate in un realismo disamarnte. Qui si respira cultura, letteratura e cinema. Infatti B. August,  famoso regista danese, si è occupato di Skagen con una pellicola di forte impatto emotivo

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Devo tornare a respirare il vento, quel vento forte del nord, forte e invasivo. Da queste parti, sono abituati: in passato la sabbia ha distrutto l’intera chiesetta a duepassi dal villaggio, ora resta soltanto il campanile, per metà insabbiato. sentieri ricoperti di vegetazione e da rose canine, piantate proprio per contenere la sabbia. Cosi come si arriva al vecchio faro, che l’erosione e la crescita della terra, hanno spostato a centinaia di metri dal mare, rendendolo un monumento.

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Niente sembra cambiato in questo angolo di Danimarca: le case dipinte di “giallo Skagen”, una particolare tonalita’ dovuta ad uno sbaglio nel miscelare le tinte, e con una fila di sassi raccolti in spiaggia a fare da guarnizione

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Abbiamo camminato per giungere alla punta nord di Skagen dove le onde del Mare del Nord si uniscono a quelle del Mar Baltico.

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…abbiamo solcato la sabbia bianca , le dune e le immense distese di erica. Ci hanno fatto compagnia delle foche spiaggiate e miriadi  di uccelli marini. Ho ancora davanti agli occhi Anna Ancher e Marie Kroyer passeggiare sulla riva, come nel celebre quadro.

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Infatti quest’angolo incantevole della Danimarca sembra davvero un dipinto impressionista. E’ come se fossi immersa in un’epoca parallela, in abitudini diverse e modi diversi di vivere e ci sto bene…

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Devo tornare in questo borgo danese, carpire la sua essenza cruda, magari  in inverno, attraversare le dune e inebriarmi delle onde incalzanti e fredde …..chissa’… e dopo vi racconterò!

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Copenhagen e la cucina New Nordic

Copenaghen…un fine settimana lungo a inizio Dicembre….ed il sogno di rivederla si è avverato….

 

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Io ho una fissazione per i  Paesi del Nord, il design, la cultura, il cibo, lo stile essenziale…i colori…e  la loro qualita’ della vita ….

 

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Copenhagen, piu’ piccola di Firenze ma se penso al traffico fiorentino, direi che la capitale danese non ha 500.000 abitanti ma soli 50.000…. mezzi pubblici comodissimi, tantissime bici e piste ciclabili ovunque, anche sopraelevate…

 

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Insomma un piccolo regno d’altri tempi con gente cordiale e “lenta”…. una Casa Reale amata dal popolo che regna da piu’ di 1000 anni… sembra una favola… Un Paese che ha anche conquistato per brevi periodi l’Inghilterra, oltre a guidare gli altri Paesi Scandinavi per un periodo di 150 anni nel medioevo…

 

 

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Tra un giro in battello e le ceramiche Royal Copenhagen,  tra un museo tradizionale e negozi di  design nordico, non ci siamo persi l’occasione di testare la nuova cucina danese o meglio definita “New Nordic” da quando nell’agosto del  2003 dei pazzi visionari come Rene Redzepi e Claus Meyer decisero di fare un giro per i Paesi del Nord per cercare prodotti e fornitori locali al fine di sviluppare una cucina nordica  basata su prodotti locali e di stagione.

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Ecco come e’ nato il famoso NOMA, acronimo di NOrdisk MAd, ossia cibo del nord, basato sul decalogo  della nuova cucina nordica stilato da Claus Meyer dopo il famoso tour sopracitato di 17 giorni fra Islanda, Far Oer, Groenlandia alla ricerca di materie prime e fornitori…

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Dal Noma, gia’ premiato ristorante migliore del mondo per diversi anni,  sono usciti decine di chef che hanno aperto altri locali e cosi la cucina New Nordic e’ diventata famosa anche al di fuori della Danimarca.

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Purtroppo non siamo riusciti a mangiare al Noma, seppur avevamo prenotato piu’ di un mese prima…. e restando in lista di attesa nessun posto si e’ liberato.

 

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Abbiamo pero’ provato alcuni dei ristoranti che al Noma si ispirano come il Radio o l’Host, e anche altri meno noti e forse piu’ tradizionali ma oramai influenzati da questa Novelle Cusine in salsa nordica…

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Abbiamo degustato combinazioni di radici e aromi locali insieme a pesci e carni del Nord che mai avreste detto potevano avere un senso. Ciascun piatto sempre accompagnato da eccellenti vini francesi, italiani o spagnoli…. Insomma a parte qualche scivolone, devo dire che generalmente siamo rimasti stupefatti dalla armonia dei sapori e degli aromi che i piatti sprigionavano

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Vi cito soltanto un paio di esempi come l’accostamento di salmone, pere e salsefia, o un dessert a base di latticello, meringa e sedano rapa, inaffiato con un poderoso Sauternes

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Il tutto con una coreografia dei piatti ineccepibile e in locali arredati in legno e nero con luci basse e mirate sui tavoli

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Copenhagen…. una luce magica…mele e bulbi freschi….atmosfera unica natalizia….candele e musica nelle strade…bracieri ardenti che riscaldavano l’anima

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Questo è il miglior modo di passare il primo dell’anno….ricordare l’ultimo viaggio e preparare il mio trolley per il prossimo…stasera partiamo per Vienna con i nostri amici storici…presto vi racconterò..BUON 2016 a coloro che mi leggeranno…un abbraccio enorme…

L’Isola del Whisky ….(terza ed ultima parte)

continua (vedi prima parte e seconda parte)

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Come gia’ raccontato nei precedenti post, in due soli giorni sull’isola abbiamo fatto tappa in tutte 8 le distillerie, visitandone alcune in maniera approfondita, fotografandone altre dall’esterno e degustandone il delizioso distillato all’interno di altre ancora!

Distillerie moderne, tipiche e anche alcune dal sapore antico…whisky e acqua fresca.

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Cena al romantico Port Charlotte Hotel dove mio marito si è tolto la soddisfazione di assaggiare il whisky più torbato del mondo (Octomore 6.3 con 257 ppm!!) e dove abbiamo gustato delle ostriche giganti per antipasto…

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Vorrei spendere due parole sul nostro B&B …gestito da Emma , una padrona di casa fenomenale!

Due colazioni tipiche scozzesi a base di salmone e di haggis , una specie di polpettone speziato buonissimo

e il classico Porridge in versione scozzese con panna locale (la fine del mondo), zucchero di canna scuro e… whisky Laphroaig

Emma ci ha coccolati…fiori , porcellane inglesi,  torte e biscotti fatti in casa..

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Il tè delle cinque è in una delle sale, libri della zona accatastati diligentemente, candele e fiori, gli ospiti si sorridono e commentano con Emma le escursioni della giornata, raccontano viaggi passati e progettano gite future.

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Al mattino ci attendeva un cestino con muffin e termos caldo di tè da portare via durante le nostre visite…

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Emma è una donna allegra, vitale ride e racconta come un fume in piena la storia dell’isola e dei suoi isolani…suo padre era un ex dirigente in una distilleria locale…a scuola erano  6 in classe…attenta ai dettagli e amante dei viaggi e del bel vivere

Fa freddo sull’isola…un’isola ventosa dove non nevica quasi mai…un’isola dove non è facile vivere…ma lei ci ha vissuto felicemente tutta la vita….ci racconta che quando è bel tempo lei fa barbecue sul mare con champagne fresco e poco male se i fiori deve acquistarli sulla terraferma…

Il paesaggio dell’isola è costellato da fiori di tutte le gradazioni del viola. I fiori dipingono ogni collina. Odore di torba e di terra umida.

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Per arrivare alle scogliere di OA si attraversa un oceano pittoresco di prati, un manto erboso incredibilmente verde sul quale spiccano pecore lanuginose e vacche color caramello con il pelo arruffato e le lunghe corna

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La Scozia in fondo è castelli, brughiere, trofei di caccia e un mare di tartan.

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E così  non poteva mancare l’ultima notte sulla terraferma in un castello scozzese con vista sul lago, prima di ripartire per l’aeroporto di Glasgow.

Il castello di Stonefield è immerso in un giardino fiabesco tipico dei racconti scozzesi antichi. Animali impagliati mi osservano dalle loro teche di vetro, mentre le pareti sono costellate di cornici che illustrano rari esemplari della flora locale.

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Ripartiamo con un trolley che strategicamente avevamo portato quasi vuoto all’andata, ora pieno di bottiglie e gadget …. nonché due reflex Nikon ricche di foto e ricordi magnifici

Ed adesso posso finalmente salutarvi …. a rivederci alla prossima distilleria sulla nostra “Isola…. che c’e'”

 

 

 

 

 

 

L’Isola del Whisky… (seconda parte)

(Continua)

Oggi nell’Isola di Islay, di dimensione poco piu’ grande dell’isola d’Elba, con soli 3000 abitanti e, per esempio, nessun dentista (i gestori del nostro B&B hanno dovuto prendere un aereo per andare nella mainland per un’urgenza odontoiatrica…), vi sono ben 8 distillerie attive, quasi tutte appartenenti oggi a gruppi multinazionali scozzesi, giapponesi, francesi, ma ancora intrise di storia ultracentenaria.

Ma perché oggi tutti i grossi gruppi vogliono avere una distilleria qui ??? Ci sara’ pure una ragione per tutto questo, soprattutto dopo che la crisi degli anni ’80 ha fatto chiudere gran parte delle distillerie scozzesi….

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Vi risparmio tutte le informazioni sulle caratteristiche dei Single Malt, dai cereali di partenza alla distillazione ed invecchiamento nelle diverse tipi di botte, che potete trovare in qualunque libro o sito web leggermente specializzato,

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mentre mi interessa evidenziare i due fattori che, a mio avviso, rendono unico il Whisky di Islay: in primo luogo il “peat moss” ossia il muschio di torba di cui l’Isola e’, o meglio era…, piena.

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Ci vogliono centinaia di anni per la formazione della torba e purtroppo, anche se nessuno lo dice, la torba classica sta finendo: ci dovremo quindi in futuro accontentare di cio’ che viene prodotto a ritmo accelerato nelle attuali torbiere… o dei nuovi whisky “unpeated” (non torbati). La torba e’ il combustibile che rende il malto appunto “peated-torbato”, ossia con quello speciale aroma affumicato grazie alla alta concentrazione di fenoli (in genere superiore ai 40 ppm) .

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La seconda, piu’ difficilmente misurabile, e’ il fatto che il whisky invecchia sull’Isola per 10-15-20 anni in magazzini sul mare esposti all’aria mite dell’oceano con un microclima unico grazie anche alla corrente del Golfo; escursioni termiche giornaliere che fanno provare al whisky l’effetto delle quattro stagioni in quasi ogni giorno dell’anno con un non trascurabile aroma marino che varia a seconda dell’invecchiamento e del tipo di legno usato nelle botti

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Se a questo aggiungiamo tutte le variazioni di processo e componenti delle diverse distillerie di Islay, che vi elenco rapidamente, ci troviamo di fronte ad un microcosmo del distillato di malto veramente inimitabile.
Oltre a Bowmore, gia’ citato in precedenza, ci sono Laphroaig e Ardbeg, nate nel 1815 e quindi proprio quest’anno hanno celebrato i 200 anni, con edizioni speciali di whisky acquistabili solo sull’Isola e che naturalmente non ci siamo lasciati sfuggire (Laphroaig 15 anni e Ardbeg Perpetuum). Quindi, proseguendo in ordine cronologico, nel 1816 nasce Lagavullin, nel 1846 Caol Ila, nel 1881 nascono Bruichladdich e Bunnabhein.

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Poi, dopo molte chiusure dolorose avvenute negli ultimi anni del ‘900 (tra cui quella di Port Ellen, famosa per i suoi whisky molto pregiati), nel 2005 nasce la nuova distilleria Kilchoman, l’unica a produrre tutto in casa, a partire dall’orzo e che quest’anno celebra il decennale con un’edizione speciale (anche questa acquistata in loco…) … e entro quest’anno dovrebbe nascere anche la nona, Gartbreck… quindi  una scusa in piu’ per tornare nuovamente sull’Isola…

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Personalmente ho adorato la distilleria Kilchoman, un fascino pazzesco, abbiamo visto i grandi trattori e i sacchi per l’orzo ed infine l’orzo stesso …

E’ l’unica distilleria che non ha avuto nessun problema a far fotografare la zona ‘produzione’ dove tutto è fatto a mano, dalla piegatura delle  scatole   ai tappi per le bottiglie di vetro , alle etichette attaccate una ad una…
Naturalmente oltre alle edizioni speciali, da collezione, dovevamo comprare anche qualcosa da bere con gli amici ed abbiamo optato per due edizioni di whisky 100% Islay , che ormai quasi nessuno produce piu’, ma con caratteristiche diverse: una di Kilchoman (non torbato, apprezzato dalle signore) e una di Port Charlotte-Bruichladdich (fortemente torbato, apprezzato dai cultori della materia).

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“Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare.” (T. Terzani)

(continua nella terza ed ultima parte)

L’Isola del Whisky…(prima parte)

Abbiamo preso l’aereo da Pisa per Glasgow, noleggiato una macchina e viaggiato per circa 4 ore alla volta di Tarbert dove ci siamo imbarcati per la nostra Isola di Islay.

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Una fitta nebbia costiera ci ha accolti…quella nebbia che scende dall’oceano e ingloba ogni cosa nella sua coltre magica ed evanescente.

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Le strade dell’isola sono in genere molto strette, spesso ad una sola corsia ….
Gli scozzesi dell’isola sono allegri, forti e quando ti parlano creano atmosfera in quello che ti raccontano soprattutto se si tratta del LORO whisky.
Nella Regina delle Ebridi, cosi come viene chiamata Islay, ci sono resti della cultura celtica (croce di Kildaton, tappa obbligata cui rendere omaggio appena arrivati sull’Isola) sia sul territorio che nella lingua. Nel periodo medievale i MacDonald erano i Lords of Isles ed erano equiparati come potere ai re di Scozia e Norvegia: l’Isola di Islay era proprio la capitale di questo regno… e i resti del castello di Dunyvaig ne sono la testimonianza.

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Poi dal 1500 inizia la storia moderna del whisky , con le prime distillerie familiari che si sviluppano quando in Scozia i monasteri vengono chiusi ed il “sapere” dei monaci si diffonde tra la popolazione. Anche qui come in Borgogna per il vino…, i monaci trasmettono  i principi della distillazione diffusi poi nelle varie fattorie. Nascono  le prime distillerie clandestine dopo il 1757 quando, a causa della scarsita’ di cereali, il governo bandisce le distillerie legali per privilegiare l’uso alimentare dell’orzo e del grano rispetto a quello per la distillazione. Per esempio in Edimburgo nel 1777 ci sono 8 distillerie legali e oltre 400 clandestine!!!
In Islay si trovavano diverse distillerie clandestine nella seconda meta’ del ‘700 e nel 1779 nasce la piu’ antica di quelle ancora esistenti, Bowmore.

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Situata nel mezzo villaggio omonimo, nonché “capitale” dell’Isola, famoso per la chiesa, costruita rotonda in cima alla collina per evitare che il Diavolo si nascondesse negli angoli e inducesse in tentazione i fedeli….

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Ad Islay non esiste il superfluo, nessun negozio di fiori o di abbigliamento …un unico grosso spaccio dove acquistare il necessario…stivali di gomma, impermeabili , cappelli e degli accessori in tartan…io amo il tartan e la storia rappresentata da questo tessuto, il fatto che il colore ed il mtivo definiscono il clan di appartenenza.

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“Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare.” (T. Terzani)

(continua nella seconda parte)

Valencia a Pasqua….sole, sangria e tapas!

Valencia mi ha ricaricata di ‘buena vida’… Sono tornata con un paio di occhiali rosa …pieni di ottimismo e di energia per nuovi progetti… Il cibo, i colori , le luci, il calore della gente mi hanno avvolta di allegria e buon umore… ma la cosa che piu’ mi ha colpito e’ indubbiamente il contrasto antico-moderno di cui la citta’ e’ impregnata…. e cio’ dovuto ad una progettualita’ e voglia di rischiare, mettendo opere moderne in un tessuto di una citta’ antica… e mi chiedo il PERCHE’ cio’ viene fatto in Spagna come in Francia ma molto, molto raramente in Italia?

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                                                                                                      Orto Botanico

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                                                                                               Stazione Nord

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                                                                                               Torres de Serranos

Valencia ha un carattere estroverso, la vita è nelle strade, nelle piazze, sui gradini delle Chiese, nei caffè affollati a tutte le ore.

Abbiamo preso delle tapas con della birra fresca da Sagardi

Ve lo consiglio per il clima chic, accogliente e allo stesso tempo easy che si respira nel locale…camerieri che passano tra i tavoli con vassoi di tapas calde…qui si paga contando gli stecchini di ciò che hai consumato…

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15 17 16 Oppure all’ora di pranzo , baciati dal sole, nella Placa del doctor  Collado a uno dei tanti locali con musica dal vivo , una sangria e un piatto di Patatas a la riojana    1 ©     birra

La cattedrale di Valencia, in stile gotico,  sorge in un luogo che già apparteneva nel passato ad un tempio romano e poi ad una moschea musulmana…

Si narra che il Santo Graal qui conservato sia quello originale…

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Ci siam tornati per Pasqua…per la Santa messa ….è sempre emozionante trovarsi in luoghi diversi con usanze diverse dall’Italia nei momenti delle festività…ricordo la messa nella notte di Pasqua a Notre Dame del 2010…o il Natale del 2011 a New York nella Cattedrale di St. Patrick’s…sensazioni strane e intense per me che ho avuto una famiglia che teneva molto alle tradizioni e alle ricorrenze da passare assieme…

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  messa Un clima mite ci ha accolto e noi ne abbiamo approfittato per una lunga passeggiata sul lungomare con palme che svettano imponenti e arabeggianti … © …abbiamo pranzato a La Pepica... un venticello ci spettinava dispettoso i capelli…il sole ci accarezzava le guance e un vino bianco fresco con telline per antipasto  e una paella da urlo… ci han fatto godere della buona cucina spagnola…questo locale è caratteristico..obbligatoria la prenotazione…   _DSC0810 _DSC0827 1 _DSC0816 E’ un ristorante storico, frequentato dai Reali di Spagna e, durante il suo soggiorno, da Hemingway…

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  Il contrasto fra i palazzi maestosi bianchi e il cielo azzurro intenso, gli alberi in fiore,ed ancora alberi di arance e limoni, il verde delle palme che svettano imponenti e arabeggianti sulla città, sul lungomare , in periferia.   2 Qui la storia si respira..trasuda da ogni poro della città…

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Valencia, prima dominio Romano, poi Visigoto e Arabo… quante culture prima degli aragonesi…e pensate che nel Quattrocento era una delle citta’ piu’ ricche d’Europa e il suo “rinascimento” mi ha fatto venire in mente quello di Firenze sotto i Medici o di Digione sotto i Valois. Ossia citta’ “minori”, al centro di ricchi scambi commerciali, in cui si creavano corti dove venivano chiamati artisti da tutte le parti d’Europa per celebrare il potere e la ricchezza dei governanti locali

renconada ok © Palacio del Marquès de dos Aguas

Paradossalmente pero’ per Valencia questa fu anche l’inizio della fine: i ricchi banchieri valenciani finanziarono Isabella di Castiglia per il viaggio di Cristoforo Colombo… e la conseguenza fu che dopo la scoperta dell’America, il centro degli scambi si sposto’ dal Mediterraneo all’Atlantico, dando inizio alla decadenza di Valencia…

4 L’esempio piu’ alto dell’arte del periodo e’ la Lonja de la Seta, magnifico edificio civile in stile gotico dove si effettuavano scambi commerciali….. Stupendo! _DSC0113 _DSC0124 Per farmi calare ancora di più nel periodo storico c’era un fotografo con un donna in costume antico ..notate l’acconciatura!!! _DSC0145 _DSC0132 _DSC0134

Una colazione all’ HORCHATERIA DE SANTA CATERINA ve la consiglio..in questa antica pasticceria potrete assaggiare la famosa Horchata, bevanda tipica della città…(a me non è piaciuta) servita fredda con farton spolverato di zucchero a velo e della cioccolata calda con i churros zuccherosi ..(questo mi è piaciuto moltissimo)

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La sera una cena da CASA ROBERTO   ve la consiglio di tutto cuore….abbiamo degustato un iberico alimentato solo a ghiande e tagliato sul momento a mano dal cameriere DIVINO e profumatissimo…e una paella sublime con del Cava soave e fresco, un vino spagnolo fatto con il metodo classico: una bollicina stupenda!

una crema catalana e un liquorino alle erbe artigianale ottimo …

il locale è  arredato con semplicità …sembra più una trattoria media italiana…ma la cucina e la qualità del servizio meritano davvero! anche qui serve la prenotazione….

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Una visita al Mercado Central il cuore pulsante della città…opera degli architetti modernisti Alejandro Soler e Francisco Guardia …l’attrattiva pricipale sono le cupole realizzate in vetro-ceramica e ferro …

se desideri una degustazione  di frutta fresca e di succhi  appena spremuti qui è il luogo adatto…senza contare pesce, salumi, formaggi , verdure di ogni tipo e genere..un tripudio di odori e colori…il tutto accompagnato dall’estrema gentilezza dei venditori….

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 … e poi due cose uniche che non ho visto in nessun’altra citta del Mondo… Prima il parco cittadino, lungo 9 Km creato nel letto del fiume Turia quando nel 1958 e’ stato deciso di deviarne il corso a causa delle continue alluvioni…. pensate che inizialmente avevano pensato di farci un’autostrada!! Poi fortunatamente, dopo la caduta del regime franchista, fu deciso di farci un parco cittadino: ora il vecchio letto del fiume e’ pieno di alberi, giardini, piste ciclabili, parchi giochi, campi sportivi…. insomma uno spazio fantastico di socializzazione nel centro della citta’…. Devo dire che anche la mia Lucca ha uno splendido parco di 4,4 km sulle Mura rinascimentali creato da Maria Luisa di Borbone all’inizio dell’Ottocento, ma quando il parco/passeggiata e’ stata creata, le Mura di Lucca esistevano gia’…. A Valencia hanno deviato un fiume…

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Seconda, la fantastica Citta’ delle Arti e delle Scienze (anch’essa costruita sul letto del fiume Tura) del mitico archistar Santiago Calatrava…. Dire che si tratta di un’opera visionaria e’ troppo riduttivo… Me ne avevano parlato, ma finche’ non la vedi dal vivo non ti puoi rendere conto! Come le cattedrali romaniche e gotiche nel X-XI secolo erano delle imprese fantastiche nella cui costruzione i maestri muraturi e le maestranze impiegavano anche fino a cento anni, questa cattedrale del XXI secolo e’ un insieme di luoghi, palazzi, giardini, musei che una persona normale non potrebbe neppure pensare, non dico realizzare… Molte polemiche hanno coinvolto Calatrava per questo lavoro (..e non solo per questo…) portando la municipalita’ di Valencia quasi al fallimento per un buco da 700 milioni di Euro …

_DSC0529 ok _DSC0585 _DSC0595 _DSC0765   _DSC0769 _DSC0502 _DSC0774   Abbiamo visitato  il Parco oceanografico di Valencia ….sinceramente mi si è stretto il cuore per quei poveri animali costretti in spazi angusti… _DSC0601 _DSC0608 _DSC0658   accattivante lo spettacolo dei delfini… _DSC0722 abbiamo pranzato nel ‘Submarino Restaurant’ immersi in un acquario come pareti…molto suggestivo ed il ristorante è ottimo con menù degustazione abbordabile… 18 10985236_352999048236628_9045722860719525393_n[1]

                                                                                                                                                                                                                                                           Mi son servite le dritte di Giulia e del suo ragazzo Tommaso, scaricate dai loro blog..ai quali ho aggiunto altre dritte della mia amorevole Lucia, medico  e  organizzatrice di viaggi mancata..è perfetta….dai vini tipici…ai cibi particolari…ai posticini chic

Spero di esservi stata utile…. Al prossimo viaggio…

Un giro per i mercatini di Natale…venite con me?

Oh si…vi porto con me..in un mondo di magia…dove elfi…nani…colori…luci…vin brulè…cioccolata calda..caos…e tanta allegria la fanno da padrona…

 

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In Germania è cosi….il mondo si ferma….ci sono i mercatini…e le persone si trovano a pranzo fuori….a cena per condividere un piatto caldo in piedi…della birra (a fiumi ovviamente) per le strade fredde e illuminate della città…
impossibile muoversi liberamente …..gente ovunque..con cappelli e piccoli gudget natalizi….babbi natale…e tanta allegria…

 

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Ogni mercato ha una caratteristica diversa…anche nella stessa città….quartieri diversi…e artigianato di prima qualità…quindi anche costoso ed elaborato….
la città cambia sotto natale….è come se si riempisse di valori…di amicizia ..di calore…
e per il popolo tedesco non è banale…non sono facili ad aprirsi…ma in certe occasioni se la godono…
non ero andata con l’intento di visitare i mercatini…
i miei obiettivi erano ben altri..MA mi son trovata coinvolta in un vortice caldo ..accogliente e natalizio e mi son lasciata trascinare volentieri…e con piacere ho accolto quanto di bello mi stava offrendo questo mini viaggio…

 

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Un viaggio a sorpresa…con risvolti nuovi…dove mi son trovata felice …felice di godere di ogni attimo ..perchè stavo bene…perchè avevo la mia famiglia al completo con me…
perchè mi son trovata in un ruolo nuovo e diverso e mi son trovata felice di esserci…

 

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Siamo partiti dalla stupenda Aachen , ve ne avevo parlato qui…..completamente cambiata sotto l’atmosfera di Natale…per poi recarci  una sera in Olanda….al mercato di Valkenburg …all’interno di una grotta…molto suggestivo …ma forse un pochino kitch…per i miei gusti..e cenare in un castello stupendo…nella sala di lettura con musica classica in sottofondo…

 

 

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proseguire verso Dusseldorf …e finire a Colonia…dormendo nel paesino fiabesco di Zons…con il Reno davanti alla finestra…

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Abbiamo preso l’aereo il più tardi possibile…non volevamo proprio tornare…ma ci aspettava l’Italia…i nostri cari e il Natale con loro… i regali da finire di acquistare…l’albero da allestire…le feste da organizzare…in fondo è bella anche la preparazione e l’attesa…in fondo è bello anche sapersi accontentare e godere di quel che abbiamo avuto la fortuna di assaporare appieno…

Buoni preparativi a tutte coloro che passeranno di qua a leggermi….

Alla prossima coccola natalizia  ❤