Frida Kahlo : un fuoco d’artificio messicano!

Aspettavo trepidante questa mostra…l’ho desiderata con tutta me stessa …..e finalmente domenica 11 maggio ce l’ho fatta…Roma era ai miei piedi….e le Scuderie del Quirinale alla mia portata…

OK

 

 

 

qualche foto alla fontana di Trevi e all’atmosfera della Roma Felliniana….

 

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in lontananza vedo Alberto e Patrick (li avete conosciuti qua e qua) che mi salutano …e subito dopo  davanti all’entrata…un appuntamento al quale tenevo particolarmente : Lalla…fuori fa caldo….una fila ci fa intuire una volta di più l’importanza di questa mostra..il richiamo popolare che c’è attorno ad essa…entriamo frettolosamente…vorrei parlare con Lalla… invaderla di parole…stare un pò vicino ad Alberto…lo sento triste ….

Lo faremo dopo  aver visitato a mostra…all’ombra di un piccolo bar ad un tavolo sorseggiando avidamente una bibita fresca… e dove parleremo come se ci fossimo sempre conosciuti…’il gruppo di Frida ‘ ci definiremo poi ridendo…..

Ma quando siamo entrati  non c’è stato tempo di   fare o dire niente…ci separiamo silenziosamente ..e ci perdiamo ognuno per conto proprio…e nemmeno ci preoccupiamo di ritrovarci..catturati dal magnetismo di Frida…dalla sua personalità…dal suo carisma oltre i suoi dipinti….Lei era lì…

 

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i suoi occhi…

il primo quadro è un pugno nello stomaco…un senso di smarrimento ….sento gli occhi vivi di Frida..un autoritratto uno dei tanti…tutti con simbologie e significati diversi…ma questo è quello che mi ha colpito più degli altri…mi sono fermata a guardare quegli occhi da diverse angolazioni..sembravavano vivi..e che mi scrutassero indagatori e fieri…

il suo sguardo è profondo…intenso..eternamente vivo…perforante…quegli occhi che ancora oggi  ‘continuano a scrivere. Sempre’..

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Questo è il primo autoritratto dopo l’incidente…ricco di energia magnetica

all’epoca era fidanzata con Alejandro Gomez Arias…entrambi studenti della facoltà di medicina…entrambi sullo stesso mezzo che venne travolto brutalmente …Lui ne uscì indenne … lei trafitta e in bilico fra a vita e la morte..’assassinata dalla vita’ diceva di se stessa nei momenti bui…

ma Frida amava la vita con una passione cosi intensa che la Pelona, la ‘cagna spelacchiata’…. la Morte ironica anima stessa del popolo messicano…aveva rinunciato a portarla con sè…La pelona la scrutò bene quel 17 settembre 1925….

guardò il suo corpo nudo e insaguinato fra i rottami dell’autobus schiantato dal tram….quel corpo cosi giovane e acerbo trafitto da una sbarra che entrava in un fianco e usciva dal ventre…

sospirò la Pelona decisa a portarla via..a coprirla con il suo manto nero…la spina dorsale spezzata in tre…due costole …la spalla e la gamba sinistra frantumate…una devastazione…

 

 

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Inizia a dipingere dal suo letto d’ospedale….per non impazzire…..solo le mani poteva muovere…e quelle usò…complici uno specchio e una tela…

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e Frida afferra la vita… piano piano trova anche la forza per ridere in faccia alla Pelona….

La Pelona si rassegnò…ma non l’abbandonò MAI..alitandole sul volto….ricordandole la sua presenza..

contro ogni più rosea aspettativa riesce a camminare…a rimettersi in piedi….

‘Sono nata nella pioggia. Sono cresciuta sotto la pioggia. Una pioggia fitta, sottile…una pioggia di lacrime. Una pioggia continua nell’anima e nel corpo’ scriverà di se stessa..

Sue compagne di vita inseparabili saranno la bottiglia di brandy, le fiale di morfina e le pastiglie di Demerol…

 

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‘Ho imparato nella pioggia a sopravvivere alla barbarie di una vta spezzata, a me stessa dolorante e, infine, a DIEGO’

L’elefante e la colomba….Diego aveva venta’anni più di lei…due matrimoni falliti alle spalle…e una fetta di vita trascorsa in Europa con  pittori famosi dell’epoca…

Lei lo cerca…

si innamora perdutamente di lui…

quando lui e Frida si sposarono Diego era all’apice del suo successo …della sua gloria..della sua fama…

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Fu un matrimonio attraversato da tradimenti…passione sfrenata…viaggi…notti infinite di baldoria ….giorni interminabili di discussioni con artisti, scrittori e poeti….fotografi famosi  … sognatori e ribelli  che erano o sarebbero diventati i protagonisti della cultura mondiale di quel periodo storico

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Diego dipingeva principalmente murales….lui interpretava il suo popolo e la sua storia travagliata….lei dipingeva i pensieri e gli stati d’animo e li concretizzava con colori e forme…Frida era l’immediatezza…il suo autoritratto è la sua autobiografia..la forza della vita in quei suoi pennelli e nelle sue tele …l’essenza e l’identità del suo Messico…lo stile naif…le tradizioni popolari e precolombiane..l’amore per Diego…la magia….la natura e la sua potenza…il soprannaturale…la forza…

 

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Ancora una volta la Pelona la guarda stupita…quanto coraggio ed energia in quella piccola donna irriducibile che subiva l’ennesima crudeltà: non poter avere il figlio tanto desiderato…

Frida dipinge tutto lo strazio e il dolore dei suoi aborti…

‘La sola cosa che so è che dipingo perchè ne ho bisogno e dipingo tutto quello che mi passa per la testa senza prendere in considerazione nient’altro’

 

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ospedali..ed ancora ospedali…nella vana e remota possibilità di poter generare un Dieguito…

‘e tu, lurido rospo, ti sei scopato pure mia sorella’

La sua adorata Cristina…l’unica sorella amata…l’unica ad essere un tutt’uno con Frida…

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Il rapporto con Cristina tornerà quasi come prima….ma in alcuni suoi dipinti si nota chiaramente come la ferita non sia ancora rimarginata…ha il cuore strappato dal petto ancora ai suoi piedi…

 

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Frida gli ricambia i suoi tradimenti, forse per rabbia o forse spinta da una volontà di trasgressione. … alcuni rapporti omosessuali…con intellettuali del tempo…come un vortice impazzito ….lei avrà amanti … tanti…non amori…solo amanti…

 

 

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Fu una donna appassionata che conservò per tutta la vita un ideale allo stato puro, un comunismo romantico, un anarchismo istintivo….

 

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Inizia ad insegnare all’accademia  ‘La Esmeralda’…un gruppo di studenti che si definiranno ‘Los Fridos’ iniziano a seguirla con devozione..quando si ammalerà continueranno le lezioni nella casa Azul…. le sue scimmiette adoranti… come lei li rappresenterà..

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lo strazio della fine…’aspetto felice la partenza. E spero di non tornare mai più’…

 

 

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La fine arriva a soli 47 anni…e a quel punto è pronta  ad accogliere anche la morte…non ce la fa più…

si dipinge come  un girasole appassito…

 

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La mostra termina con una poesia …e mi son trovata a piangere …per questa magnetica piccola grande donna..per la sua vita…perchè mi era arrivato dentro forte e chiaro la sua essenza…

 

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Il suo ultimo autoritratto è con una colomba…si ritrae ammutolita…con i tratti del volto non più ben delineati e con gli occhi tristi…

La colomba… che leggendo tra le righe del suo diario alludeva ad una poesia di Rafael Alberti… al tramonto del sole e della luna si posa sulla testa di Frida  a simboleggiare l’anima smarrita…

SE EQUIVOCÓ LA PALOMA

Si sbagliò la colomba.

Si sbagliava.

Per andare al nord fuggì al sud.

Credette che il grano fosse acqua.

Si sbagliava.

Credette che il mare fosse il cielo;

e la notte, la mattina.

Si sbagliava.

Credette che le stelle fossero rugiada;

e il calore neve.

Si sbagliava.

Credette che la tua gonna fosse la tua blusa

e il tuo cuore la sua casa.

Si sbagliava.

(Lei si addormentò sulla spiaggia.

Tu, sulla cima di un ramo)

RAFAEL ALBERTI

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Vi ho parlato di lei…ma molto altro ci sarebbe da dire…perchè la sua vita sono i suoi quadri e viceversa…è come un tutt’uno indissolubile ..forte … passionale e travolgente … come lo era lei…icona mondiale del femminismo

Immergersi nel mondo di Frida vuol dire venir catturati da un vortice di emozioni in contrasto tra loro, dove odio ed amore, dolore e felicità si mischiano..sempre e comunque…

interiormente in modo profondo e viscerale…

prima di uscire mi son voltata…ed ho ‘sentito’ che Frida era lì…fumava  una sigaretta e ci scrutava con il suo mezzo sorriso beffardo…

ho sorriso al vuoto…che per me vuoto non era… e mi sono avviata verso l’uscita…verso la realtà…un sole inondava la stanza adiacente alla mostra..su un divanetto mi aspettavano ….un attimo per riprendermi …ma ho visto anche negli occhi degli altri una luce particolare…una pienezza che solo le cose intense e maledettamente vere sanno donarti…

 

 

Fonti

http://www.fkahlo.com/#

http://machedavvero.it/2014/04/amo-frida-kahlo/

FRIDA E DIEGO: “LA PASSIONE NON OTTIENE MAI IL PERDONO” – PAOLA CONTE

Frida è un film del 2002 diretto da Julie Taymor, interpretata da Salma Hayek. La pellicola è un adattamento cinematografico del libro Frida: A Biography of Frida Kahlo di Hayden Herrera

Viva la Vida di P. Cacucci

Frida (catalogo della mostra) Electa

Frida Kahlo: in mostra alle Scuderie del Quirinale le opere della pittrice messicana

http://www.american-buddha.com/lit.fridabrushanguish.3c.htm

 

 

 

 

 

La mia cucina… la storia della mia vita…

Nella cucina si intrecciano le storie di una vita… attraverso i sapori… i ricordi…gli odori…gli oggetti… le parole…

flash back di un mondo che non c’è più…eppure vive … vive attraverso me…

 

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io conservo gelosamente i ricordi di me bambina…adolescente ribelle…giovane donna testarda…donna matura e forse più saggia… ma solo un poco eh!

ricordo che non mi piaceva la cucina …nè cucinare…ma la guardavo con occhi curiosi…ricordo il calore di una pentola fumante in inverno…e i pomodori freschi col basilico di mio nonno in estate…

ma avendo intorno a me brave cuoche per puntiglio …la cucina mi annoiava… profondamente…interiormente…

me ne sono pentita…

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non so più quante ricette non ho chiesto e che oggi non esistono più..ma esistono i loro odori perduti e sbiaditi dal tempo…in altre cucine… in altri periodi della mia vita…in  storie della mia famiglia che si sono intrecciate nel tempo …

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quando andai a vivere con mio marito  nella montagna pistoiese…non sapevo cucinare nemmeno un uovo  e la mia prima cucina era in una grande casa imponente …dei primi del ‘900 ..con una finestra enorme su un cedro secolare…aveva un arco che dava su una piccola stanza da pranzo… ricordo cene incasinate con amici che andavano e venivano…la seconda cucina era nuovamente piccola e funzionale… in un appartamento cittadino pistoiese…con un terrazzino assolato e ingestibile …la terza cucina fu in un appartamento a Fino Mornasco… era l’unica cucina abitata fino a quel momento dove realmente ci sedevamo a mangiare…un terrazzino ci offriva la vista di un campo da calcio…ho sempre temuto che arrivassero pallonate ai vetri…ma vabbè era una cucina di passaggio… altra casa… nuova città…Lucca…una cucina anch’essa..piccola e funzionale… immersa da  alte… folte…e colorate  ortensie …dove mio figlio mi aiutava a far torte….e soprattutto a leccare il contenitore… e adesso ho una mia casa a Lucca…che ovviamente non è la definitiva…e so che la mia cucina non sarà cosi per sempre… e la cosa mi rende viva…e piena di progetti per la cucina futura…che assolutamente sarà GRANDE… spaziosa… e finalmente mi dedicherò a ciò che più mi piace…pasticciare in cucina…magari con i miei nipoti… chissà… o forse per gli amici…e la mia cucina tornerà ad essere caotica come la mia prima cucina col cedro secolare… in fondo la storia è ciclica no??

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Lavorando… la cucina è sempre stata uno spazio dove velocemente assemblo la cena… il pranzo spesso è un primo al volo…se non insalata e mozzarella… pomodori e tonno…verdure lesse …

un mio caro amico giorni fa mi ha fatto riflettere… dicendomi che per me cucinare è un lusso… è vero… adoro cucinare quando ho tempo…con calma…con cura…con amore…e me lo concedo davvero raramente…

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la mia cucina è ricca di dettagli… quelli che più amo…… essi mi rappresentano….oltre la loro apparenza materiale….sono la mia storia…il mio modo di essere….quello che adoro…il cinema…il tè…il viola ed i colori neutri….la mia raccolta di olio extravergine acquistata alle varie mostre… il piacere di un nespresso ristretto… le teiere di mia nonna… il frigorifero con le calamite dei nostri viaggi…mania di mio figlio sin da piccolo…il grembiule di Francesca mi ricorda la mia nuova passione : il mio blog…i libri di cucina…i fiori freschi…

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non ho volutamente fotografato per intero la mia cucina… dove affetto pezzi della mia vita… impasto ricordi… mescolo emozioni… assaporo affetti cari…

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mi commuovo davanti ad una tazza di mia nonna… o ad una fruttiera di mia mamma… e per me loro sono li con me…alla mia tavola…sono flash… ma sono cosi intensi che difficlmente non mi scende una lacrima malinconica…poi la vita riparte frenetica… un fiore sul terrazzo della cucina è sbocciato… e tutta la poesia della vita riprende nella sua intensità….

 

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apparecchio la colazione a mio figlio e a mio marito…una torta nell’alzatina di vetro… un fiore sulla tavola… il sole che si affaccia dalla finestra del salotto fra le giovani gemme della betulla…

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e la vita impone la sua magica routine..fatta di piccole cose.. . di dettagli… che ti cambiano l’umore e la giornata…perchè i dettagli sono il mio essere…

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Con questo post partecipo al contest di Betulla  ispirato dalla Ros

 

Il senso di un viaggio… di un incontro… nel cuore della Francia occidentale

Il senso del viaggio è quel punto di incontro fra ciò che provi interiormente e quel che oggettivamente ti circonda… in quel momento  le dimensioni del viaggio interno e quello esterno… che spesso corrono come due percorsi paralleli… trovano un punto di convergenza… la consapevolezza di un contatto intenso tra ciò che è dentro e ciò che è fuori… di te…

il resto è dentro il tuo trolley… le immagini scorrono e cerchi di fermarle con la tua reflex… un aereo… davanti a te un taxi… un tramonto sbiadito ti fa amare ancora di più il luogo dove ti trovi e dove esattamente vorresti essere..respiri forte… qui… ora..

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Francia centro-occidentale… il sole tramonta più tardi e la mattina si alza conseguentemente più tardi… altri ritmi legati alla luce del sole…

Arrivo a Parigi Orly destinazione Etampes (regione Ile de France, dipartimento dell’Essonne)… bed and breakfast   …   sapremo solo dopo la storia del nostro bed and breakfast… casa tipica di questa zona rurale della Francia del 1800 francese…

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Visitiamo il paese…case in pietra caratteristiche…nella vecchia piazza del mercato contadino c’è il cuore pulsante del luogo… la scelta per la cena cade su  questo piccolo locale Bar a tapas ‘Chez Yo‘…entriamo e le persone all’interno si zittiscono…non siamo del luogo e questo locale è un punto di ritrovo..colori pastello e bottiglie di buon vino ovunque….si presenta il patron…iniziamo ad ordinare in inglese…subentra in aiuto una ragazza seduta ad un tavolo accanto…sedie alte … pochi tavoli  verdi laccati…

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Alla fine un sospiro di sollievo…’Ohhhhh… Siete italiani BON!’…un gran sorriso…ed è subito empatia…

E’ l’inizio di una serata surreale..di quelle serate che danno il senso del viaggio..dell’incontro…di quelle serate che io e mio marito amiamo di più e che ci riportano indietro nel tempo..quando viaggiavamo in moto ed eravamo solo più giovani…più idealisti…e conoscevamo persone che mai più avremmo incontrato…

Musica americana in sottofondo..Yo si scusa..’sono giovani…’ sorride e guarda i ragazzi nel suo locale…un’espressione carica di complicità e di affetto verso i suoi clienti…a noi piace.…siamo stanchi e affamati nessun menù..ci affidiamo a lui… qui esiste solo il ‘plat du jour’… e stasera è la volta del piatto di ‘charcuterie et fromage’…ci spiega dettagliatamente nel suo italiano francesizzato…la provenienza dei salumi (d’Auvergne, du Jura) e dei formaggi provenienti da  Pethivien una zona a circa 30 km da Etampes… formaggi tipici con latte crudo,  sale francese e pepe, conservato nella paglia o nel legno, di capra…

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Yo è allegro… vitale… solare… autentico… racconta di sua  sua madre…  italiana… ’delle Cinque Terre’… esclama orgoglioso e fiero…

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Ci sentiamo a casa..siamo a nostro agio… il vino inizia a scorrere…

I ragazzi che stavano in silenzio..iniziano a prendere confidenza o forse solo ad ignorarci…ridono..parlano a voce alta… il vino rende tutti più disinibiti…

Entra un signore d’altri tempi…con un cappotto classico di loden verde… Yo  lo presenta orgoglioso… è un famoso ex cantante lirico dell’Opèra… purtroppo parla rigorosamente francese… e la conversazione si interrompe dopo un po’….

Una ragazza bionda balla e ride sguaiatamente…

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Iniziamo con sott’olii della zona… un bicchiere di De Bergerac – Chateau les Andrieux ci fa compagnia…

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Il nome reale di Yo è Lionello… ci racconta la sua vita… il suo paese…davanti al suo locale un tempo andato c’era l’antico mercato degli animali… qui confluivano da tutta la Francia per acquistare animali da fattoria proprio nella piazza davanti al suo locale..Place St. Gilles…

ci offre la baguette traditionalle ..diversa dalla classica baguette…quasi  scura…la farina è più densa e corposa e la lievitazione è di 24 ore anzichè 12 ore (per quella classica)…. in questa zona  il grano è di ottima qualità…le tradizioni antiche si respirano ancora…le sento…si percepiscono…e tra una lievitazione..un aperitivo antico…ancora oggi in uso…il ’byrra’…

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marsala e birra…ci racconta il suo grande amore…Carla…(alla francese..Càrlà) nata anche lei da madre italiana e delle 5 terre come lui…bionda occhi verdi…bellissima…

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Yo si innamora perdutamente di lei…ci mostra la sua foto sbiadita dal tempo….piange Yo…Carla è andata via..un male che non perdona l’ha portata lontano da lui….un male terribile….

Mi commuovo anche io e gli stringo forte le mani…mio marito cambia repentinamente argomento…ancora un bicchiere di vino..brindiamo…c’est la vie…qualche foto..ci scambiamo gli indirizzi…’scriverò di te ..te lo prometto..’ e cosi vi ho fatto conoscere una bella persona..in un luogo a me sconosciuto dell’ovest della Francia contadina…

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Una faccia ancora nuova di questa Francia che amo e che ancora oggi mi trascina nel suo vortice…questo vortice che mi accompagna da anni..nei diversi periodi della mia vita..una Francia che grazie a dio partorisce persone come Yo…impensabili in Germania…o in Finlandia….persone calde…vere…sincere…che sanno ridere di gusto e commuoversi …

Una Francia che si ripete …con persone che amano il buon cibo..il buon vino…una Francia accogliente…chic in ogni sua sfumatura…stupenda…colorata…profumata….

mi piacerebbe invecchiare qui… comprando baguette ..bevendo del buon vino…chiaccherando allegramente….facendo la spesa al mercato locale…

avere dei fiori alla finestra…

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In fondo la vita…è questa….e risiede nelle piccole  soddisfazioni..che si ripetono ogni giorno..dandoti il senso della vita…e della gioia di vivere… affinchè ogni giorno sia degno di essere vissuto e assaporato intensamente…

Una donna…..ed il suo inno alla Vita e all’Amore…

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Un mezzo sorriso disincantato… la voce roca… una sigaretta tra le dita… le unghie laccate di rosso  imperfetto…

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La Signora dei Navigli… nata il 21 marzo 1931… attraversa la follia della guerra…

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Annaspa nei bagliori di luce…prova a vivere aggrappandosi  a quel che può..soprattutto come può…

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Leggere i suoi scritti mi ha trasmesso il suo dolore oltre la pelle…la sua assoluta lucidità.

Sono riuscita ad udire le sue urla silenziose… le sue parole… e soprattutto i suoi pensieri … profondi… blu…

Un soffio oltre il dolore…il manicomio… le violenze… la mancanza  delle figlie… della sua casa…

Canta gli esclusi..l’abbandono… ma anche e soprattutto la speranza… la voglia di vivere

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osserva con uno sguardo distaccato ma toccante la Vita… la fa sua… avida di amore e di emozioni …

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FOTO REPERTORIO ALDA MERINI

– Con questo post partecipo al contest “Peace and Love: festeggiano insieme l’Amore” nella sezione “creazioni varie” di ricette fuori fuoco