Maiale in casseruola al miele di castagno

Ed eccomi presente alla nuova sfida n. 54 dell’mtc. La scelta di Eleonora Colagrosso e Michael Meyer del Blog Burro e Miele è stata IL MIELE!!!!!

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Il miele questo adorato alimento divino nasce tra miti e leggende, ci riporta alla notte dei tempi e tornano alla mente i luoghi sacri in cui il miele scorreva a fiumi. Come al solito mi sono messa a studiare cercando in diversi testi e acquistando un nuovo libro sul miele. Io parto sempre così…poi piano piano le idee si fanno più chiare e la ricetta  appare lentamente e in modo chiaro…mischiando ingredienti , sapori e odori che amo di più…alla ricerca della ricetta perfetta…

 

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Il libro che mi ha ispirata è di Franco Cardini, l’Appetito dell’imperatore . In questo libro si narrano storie e sapori della Storia.
A pag 139 troverete un brano dal titolo, In viaggio verso Praga . Il protagonista è Mozart …il quale attraversa ,in una carrozza color arancio e oro , il paesaggio boemo assieme a sua moglie. Egli si inebria di odori antichi suscitati da Praga: odore dei suoi achimisti ebrei, di panna acida e di mele acerbe, di vecchio grano riposto in capaci cassoni, di vino caldo.

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I due protagonisti sono stanchi, affamati e infreddoliti quando a sera tarda giungono ad una locanda . Non mi dilungo sui particolari dello scherzo di Wolffie, del timore di Konstanze, sull’accoglienza e la festa in onore del musicista.

L’atmosfera della cena è stupenda…zuppa d’orzo con speck e patate servita con kirsch, maiale in casseruola al miele e infine crèpes alle mele .
Ecco la mia ricetta MAIALE +MIELE!!!

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‘Wirditz fece di nuovo la sua comparsa attraverso il vano di servizio. Stavolta, letteralmente avvolto dei fumi odorosi che si innalzavano da un gran vassoio d’argento, era trionfante come un dio cacciatore. “MAIALE IN CASSERUOLA AL MIELE!” annunziò stentoreo : gli rispose l’applauso dei suoi ospiti. Il piatto di portata venne deposto al centro del tavolo, e fu il barone in persona a servire i suoi commensali….”

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Quindi mi è stato chiaro MAIALE MIELE NOCI….nella ricetta originale c’è della fecola di patate, della panna…

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Ed ecco la mia ricetta, riesumata da un vecchissimo Sale e Pepe….
MAIALE IN CASSERUOLA AL MIELE DI CASTAGNO
Ingredienti:
1 kg di arista di maiale disossata
4 cucchiaiai colmi di miele di castagno
4 cucchiai di senape rustica in grani
2 grossi spicchi di aglio
4 foglie di salvia
4 cucchiai di aceto di vino bianco
Olio extra vergine di oliva
Sale e pepe bianco

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Procedimento
Mescolare in una ciotola l’aceto, il miele, la senape e un pizzico di sale. Scaldate l’olio in una pentola di ghisa (ideale per cotture lente) , aggiungete l’aglio leggermente schiacciato e le foglioline di salvia. Rosolare la carne a fiamma alta per alcuni minuti, girandola di tanto in tanto . Rosolate la carne a fiamma alta per alcuni minuti. Ponete la carne in forno spennelandola con la salsa al miele. Cuocetela a 180° per circa un’ora, girandola di tanto in tanto e spennellandola più volte durante la cottura.

Fate riposare la carne una decina di minuti.

Filtrate il fondo di cottura e allungatelo con la salsa al miele rimasta, insaporite con un pizzico di sale e pepe . Lasciate cuocere la salsa a fuoco dolce per una decina di minuti.

 

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Come contorno ho utilizzato del radicchio con noci, miele , olio toscano e dell’aceto balsamico bianco.

Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC

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Riso nero livornese

 

Puoi essè di Parigi, puoi essè di New York….ma tanto ‘un sei di Livorno….Un tenore si sveglia la mattina e fa’ r’ DO di petto? Il livornese si sveglia la mattina e fa’ r’ DE’ di petto!!! Ecco la differenza sostanziale fra i livornesi e ‘r resto der mondo. Ner mondo siamo tutti uguali, è vero – ma la razza livornese è diversa da tutto. C’è un proverbio , perso nei meandri della storia che ‘un dice male’. Esso declama così : ” Se vuoi fa’ come ti pare …vieni a Livorno”. E questa è stata la morale che ha scandito la nostra vita, fino ad oggi- in quattrocento anni d’onorato status di Città.

 

 

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Boia dè! Il 19 marzo 1606 si doventava città, ma vi rendete ‘onto?! Insomma l’amore di noi livornesi (e il senso di appartenenza ) per la nostra città è sconfinato. In fondo non è una città storica, non ha tradizioni, non ha origini, eppure c’è ir mare : Calafuria, Boccale, ir Romito ,Calignaia, la Cala der leone…o cosa voi di più?

 

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Negli anni ottanta mia suocera era solita festeggiare il suo compleanno all’ ‘Antico Moro’, popolarissima trattoria del vecchio centro di Livorno, collocata fra il Mercato monumentale e il mercato di Piazza Cavallotti. Ci sedevamo ad un tavolo centrale e la tovaglia bianca profumava di pulito.

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Mio marito ordinava di solito fritto di pesce ed io un risotto al nero di seppia. All’epoca non amavamo il pesce entrambi, ci siamo ricreduti nel tempo!

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La ricetta del riso al nero di seppia ha piccole variazioni, si usa la cipolla o l’aglio, il prezzemolo o il basilico  e mia madre lo mantecava sempre con del burro, anche se le dritte storiche non lo prevedono.

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Io ho usato la ricetta di Otello Chelli.

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Il “Riso nero”
Togliete il nero alle seppie (lo trovate all’interno di una membrana sottilissima fate attenzione) e dopo averle lavate tagliatele a pezzetti.
Fate un battuto con cipolla rossa, basilico e una carota (io non l’ho usata) , mettetelo sul fuoco con olio extravergine di oliva e aggiungete le seppie e un paio di peperoncini rossi.
Durante la cottura aggiungete il riso, tre cucchiai di conserva e il nero delle seppie.
Mentre il riso cuoce e di tanto in tanto dovrete girarlo, aggiungete, via via, del vino bianco e del brodo di carne.
Servite caldo …anche se ai tempi della ‘fame’, si mangiava ‘diaccio’ e ce n’avanzava!!!
Con questo piatto vi consiglio della buona Vernaccia di S. Gimignano servita sui 10°C.

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Fonti:

Livorno: il Mediterraneo in cucina di Otello Chelli
Cucina livornese di Aldo Santini
Bevi di meno pònci di Claudio Marmugi

 

Con questa ricetta partecipo ai seguenti contest

“Ingrediente diVino”… ossia, il vino in cucina

Ingrediente divino

Contest “Il mio piatto preferito!”

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