L’ultima ecciao…QUICHE CON FETA E LIMONE

L’ultima ma proprio l’ultima …non potevo non farla..è la mia quiche estiva..quella che mi risolve i problemi di ritorno dal mare..da una cena improvvisa con amici…da inviti di mio figlio a sorpresa….

io ci impazzisco..mi piace da morire ma è gusto personale…assolutamente…

 

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semplice…fresca…morbida…facile e ora anche con la brisè di Roux…e chi le resiste??

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Dosi per 6 persone

250 gr di pasta brisè con farina di farro (la ricetta del primo impasto  qui )

3 zucchine

2 scalogni

basilico

un limone non trattato

un dl di panna

2 uova

30 gr di grana grattugiato

100 gr di feta

olio extravergine

burro (per la teglia)

sale e pepe

 

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Procedimento

Stendere la pasta in una sfoglia di 3 mm circa e rivestire uno stampo piccolo da crostata ben imburrato.

Fate aderire la pasta lungo i bordi, poi pareggiatela passandoci sopra il mattarello, eliminando l’eccedenza.

Punzecchiate il fondo di pasta con una forchetta, coprite con carta da forno, riempitelo di ceci secchi e cuocete in forno caldo a 180° per 25 minuti.

Pulite e tagliate a bastoncini le zucchine.

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Sbucciate e affettate gli scalogni. Lavate il limone e grattugiate la scorza e spremete il suo succo.

Rosolate zucchine e scalogni con olio, saltate e toglietele dal fuoco.

Levate la pasta dal forno, eliminate carta e legumi e riempitela con le zucchine rosolate.

Sbattete le uova con la panna, il grana, la feta sbriciolata, la scorza e il succo di limone, qualche fogliolina di basilico spezzettata, sale e pepe.

Versate il composto sulle zucchine e mettete di nuovo in forno per 20 minuti circa.

Servite la quiche tiepida.

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Buon appetito!!!

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Con questa ricetta partecipo all’MTC n.46

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Ben tre brisè…TRE E DICO TRE!!!

Questo mese sono stata travolta da tante belle emozioni…virtuali e non…e virtuali che son diventate reali….

Marzo è il mio mese….non che l’adori particolarmente…avrei preferito nascere in un mese estivo…con tanto di festa all’aperto e vino ghiacciato per tutti….quando hai piu tempo …quando tutti son rilassati …magari in ferie…per godere un bel momento assieme…

ecco allora si…avrei preferito il caldo Agosto con le giornate che iniziano ad accorciarsi ….preludio di Settembre …di uva…di fichi maturi e succolenti …di marmellate …di ultimi momenti teneri e caldi…

ed invece son nata di Marzo…ostinata ridanciana e impulsiva….ce l’ho tutte eh si!

ma questo mese ho raccolto tante belle emozioni….

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la mia vita reale scorre in modo vorticoso e non riesco a fermare l’attimo…odio quando le giornate mi scorrono come sabbia tra le dita …ma se mi siedo davanti al pc riesco a fermare tutto quanto….questo mese è iniziato con il contest di Pippi giunto al termine…con la vittoria come recipe tionist…con la cena di Alice...

chi mi legge sa come la penso…se cucini con amore tutto sarà più buono…perchè cucinare è una coccola per te e per chi siede alla tua tavola…perchè essere felice attorno ad una crostata calda e fumante di brisè ha tutto un sapore diverso…

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 Queste tre ricette le dedico alla cena con Alice..e le dedico a Flavia …

è come se si fosse creato un cerchio che ci ha unite la sera del 21 marzo…è come se ci fosse stata circolarità grazie a delle semplici crostatine…

la sera ero con Alice ma parlavamo di Flavia e di mtc…

lo dedico ad Alice perchè ho cucinato materialmente per lei e Riccardo con l’idea di farli felici…con ingredienti semplici e primaverili come piacciono a me da condividere con loro….

e lo dedico a Flavia perchè è l’ideatrice e la stimolatrice folle di questa brisè favolosa…mi son dedicata come se cucinassi realmente per lei…volevo farla felice con le mie crostatine…anche se le vedrà solo attraverso le mie foto

perchè queste dediche? perchè  la cucina rende felici…e vicini..e ci emoziona sempre e comunque anche attraverso lo schermo di un pc….

mi son impegnata…non avevo mai impastato una brisè…e devo dire che mi ero persa troppo nella vita….questa è stata un’occasione di quelle dalle quali non puoi più tornare indietro…la brisè da adesso in poi sarà cosi…ipse dixit..

ho fotografato l’impasto col cuore come se a pilotare la mia mano ci fosse Roux …come se Flavia impastasse con me..per Alice…

mi son impegnata per far riuscire bene le mie crostatine che desideravo piccine piccio e di gusti diversi ….ho studiato gli impasti…e si …mi son piaciuti

…il mattarello…l’impasto…le mie farine integrali….l’appareil pannoso e con le uova del contadino….tutto profumava di buono…le verdure prese in collina dal suocero della mia collega…tutto perfetto…tutto come piace a me…senza tempo…spazio…o luogo….solo la gioia di assaggiare cruda una bontà infinita…di assemblare gli ingredienti come in un gioco di ruolo…e divertirmi con i colori e il loro contrasto di sapori…

Gli Impasti di Brisè secondo Roux

Primo impasto

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250 gr di farina di farro della garfagnana

159 gr di burro tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito

1 cucchiaino di sale

un pizzico di zucchero

1 uovo

1 cucchiaio di latte freddo

Secondo impasto

150 gr di farina di grano saraceno

100 gr di farina semintegrale

160 gr di burro salato danese

1 cucchiaino di sale

un pizzico di zucchero

1 uovo

1 cucchiaio di latte freddo

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Procedimento per gli impasti di brisè

Versate la farina a fontana sul piano di lavoro. Mettete al centro il burro, il sale, lo zucchero e l’uovo, poi mescolateli e lavorateli con la punta delle dita.

Incorporate piano piano la farina, lavorando delicatamente l’impasto finché assume una consistenza grumosa.

Aggiungete il latte e incorporatelo delicatamente con la punta delle dita finché l’impasto comincia a stare insieme.

Spingete lontano da voi l’impasto con il palmo della mano, lavorando di polso, per 4 o 5 volte, finché è liscio. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo fino all’uso.

Quando i due ripieni sono stati messi in frigo ho iniziato a preparare i 3 ripieni e l’appareil.

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Appareil

250 ml di panna

50 ml di latte intero

2 uova

un pizzico di noce moscata

pepe

sale

ed ora i tre ripieni

 

 

1) ripieno per TORTA DI PORRI NOCI E ROBIOLA

l’idea è nata dalla torta Flamiche belga, io ho aggiunto gli altri ingredienti

porri (solo la parte bianca) saltati in padella con burro sale e pepe

noci a pezzettini

e robiola mantecata

Stendere la pasta brisè. Ritagliare in piccoli cerchi. Bucherellare la pasta e cuocere per 25 minuti il guscio.

Dopodichè inserire la robiola (un cucchiaino scarso) i porri saltati e i pezzettini di noci. Versare l’appareil (con due ciuffetti di erba cipollina). Infornare di nuovo per 15 minuti

 

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2) ripieno per QUICHE CON BROCCOLETTI SCAMORZA AFFUMICATA E OLIVE NERE

broccoletti

scamorza affumicata sottile

olive nere denocciolate

cipollina fresca toscana

Cuocere in acqua bollente leggermente salata le cimette piccine piccio di broccolo.

Passarli in acqua fredda affinchè mantengano il colore.

Far appassire le cipolline fresche con le olive in olio extravergine di oliva (due cucchiai circa da minestra).

Stendere la pasta e bucherellarla. Cuocere in bianco per 25 minuti a 180 °C.

Inserire nel guscio semicotto le cipolline appassite le olive e aggiungere l’appareil (con l’aggiunta di timo fresco). Adagiarci le piccole cime di broccoletto ed infornare per 15 minuti circa.

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3) CROSTATA SALATA DI BOCCIOLI DI BORRAGINE, SCALOGNO , CAPRINO E PINOLI.

Mentre la pasta riposa in frigo, mondate i boccioli di borragine e lavateli. Saltateli con lo scalogno e l’olio extravergine, sale e pepe.

All’ appareil ho aggiunto un cucchiaio di yogurt greco e un cucchiaino di parmigiano.

Cuocere il guscio bucherellato per 25 minuti in forno a 180°.

Inserire un briciolo di caprino e adagiarci sopra i boccioli con lo scalogno. Aggiungere l’appareil , i pinoli e cuocere per 15 minuti.

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I tre ripieni li ho fatti con entrambi gli impasti e devo ammettere che il toto brisè l’ha vinto l’impasto con la farina di grano saraceno.

Li ho serviti su un’alzatina di vetro trasparente..e ognuno poteva attingere il ripieno che preferiva e l’impasto che più lo ispirava.

Con queste ricette partecipo all’MTC n 46

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Ci riprovo….perchè impiattare è davvero una passione!

Ci riprovo…stessa ricetta ..stesso piatto stavolta con le foto dall’alto e con SOLO cibo commestibile…

Questo è il vecchio post…https://coccolatime.wordpress.com/2015/03/14/impiattare-che-passione/

Ho fatto qualche piccola modifica ..ho tolto gli stecchini dalle crocchette che le rendevano forse troppo rustiche…ho utilizzato le solite tre salse…

fiori eduli e polvere di sesamo…et voilà il gioco è fatto!

posso migliorare….e noto dei difetti…ma adesso ho voglia di cambiare ricetta…cambiare motivo e colori….purtroppo il contest è giunto al termine..ma io

non mi fermo qui…la ricerca è appena iniziata….lo studio è solo agli albori….ragazze avete creato un mostro…

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Crocchette al filetto di branzino aromatizzate con olio di cedro su polvere di sesamo

La ricetta è nata di getto …delle crocchette di filetto di branzino…delle crocchette che parlassero di me..del mio amore per il mare..,per i sapori semplici…dei miei nonni e della loro campagna …della mia infanzia…volevo qualcosa che parlasse di me di ciò che sono attraverso un piatto… attraverso dei colori…dei sapori….delle spezie…delle erbe aromatiche..

ho capito che il rosmarino si sposa con la patata….che  il prezzemolo va a nozze con il pesce…che il coriandolo può rappresentare dei sassi sul sentiero e che del sesamo nero macinato e pestato a dovere (porello sembra una minaccia ) può rappresentare una strada ..una vecchia strada in campagna in questo caso….che portava ad uno stagno …luogo incantato di giochi e spensieratezza…in primavera con il suo tripudio di colori e profumi…

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ho cucinato con un olio speciale al cedro che ha aromatizzato la frittura delle mie crocchette…

ho usato degli attrezzi che mi hanno agevolato nel lavoro di precisione…

ho scelto dei fiori eduli…soavi…fragili…timidi

e ho iniziato ad assemblare il tutto lasciandomi andare al mio gusto personale e creando delle simmetrie nei colori e nelle forme

il piatto è rettangolare della Villeroy & Boch

ho usato dello scotch di carta per creare i contorni definiti della strada…

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Le salse

il prezzemolo è servito per i puntini che vedete sulla strada (è una salsina simil pesto a base di prezzemolo)

con l’harissa e la maionese ho fatto una salsa rosa che ben si sposa con il pesce

con la maionese all’olio di cedro ho creato la terza salsa (quella sopra alle crocchette per intenderci) alla quale ho aggiunto della senape in grani

Sotto a ciascun fiore c’è un pochino di salsa per renderlo stabile sul piatto

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Per le crocchette

Cuocere il filetto di branzino al piatto, con olio extravergine , una manciata di prezzemolo, aglio  e fleur de sal .

Lessare una grossa patata della garfagnana e passarla allo schiacciapatate.

Tritare il pesce, con la patata, l’aglio, il prezzemolo, una grattugiata di zenzero, un tuorlo, il sale , il pepe. Formare delle piccole polpette che passerete prima nel latte , poi nella farina quindi nei tuorli leggermente battuti e infine nel pangrattato integrale. Friggerle nell’olio di cedro.

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Con questa ricetta partecipo al contest Bello & Buono della rivista Taste&More

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Il labirinto di lavanda

 

Impazzendo dietro al contest sull’impiattamento mi sono imbattuta in una fotografia illuminante…dello chef Moreno Cedroni un mojito alla lavanda

quest immagine mi ha folgorata si…ma per un altro contest, quello  di Alice RICETTE A REGOLA D’ARTE… dopo Mondrian stavolta avevo le idee chiare…una produzione tutta mia…nata dai miei pensieri fluttuanti …dalle mie sensazioni…

finalmente sapevo cosa  fare…. qualcosa di circolare…rotondo…perfetto

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un labirinto…la lavanda…due parole chiave che mi hanno innescato una reazione chimica

Mi sono lanciata in un brainstorming  puro… di idee a catena ….

Quella forma circolare di burro di arachidi mi aveva letteralmente catturata…

Molto probabilmente Cedroni aveva cercato la forma circolare per pura estetica del piatto …un percorso fine a se stesso

io volevo un percorso che portasse ad un obiettivo….ad un fine… ed infine ad una coccola per l’anima…

Partendo dall’idea della circolarità sono arrivata al simbolo del Labirinto: il labirinto infatti e’ un archetipo fondamentale della storia umana

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L’immagine del Labirinto rimanda nell’immediatezza ad un percorso intricato e difficile da superare, ma può rivestirsi anche di un fascino particolare se lo si intende come sfida all’intelligenza umana che si mette alla prova nel tentare di trovare una via d’uscita.

Come sapete io vivo a Lucca e qui nel Medioevo arrivavano molti  pellegrini per rendere grazia al Volto Santo e come tappa del pellegrinaggio a Roma sulla Via Francigena. Tutti questi pellegrini facevano centinaia,  a volte anche un migliaio, di chilometri a piedi per arrivare a Roma e salvare la propria anima. Sempre qui ci fu la partenza della prima Crociata nel 1096 alla presenza del Papa Urbano II e Matilde di Canossa dove i francesi si unirono  ai pellegrini/cavalieri italiani e lucchesi,  cosi come riportato dal Prof. Cardini.

Proprio nella Cattedrale di S.Martino a Lucca, c’e uno dei piu’ famosi labirinti in pietra della storia dell’arte. Esso e’ posto all’ingresso della chiesa e la comune simbologia vuole che esso rappresenti per il pellegrino, ma anche per il comune cristiano, le difficolta’ che ciascuno di noi deve affrontare e superare nella vita terrena per raggiungere la vita eterna.

 

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Ce ne sono altri giganti e stupendi come quello sul pavimento della Cattedrale di Chartres

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(immagine tratta da goticomania )

A rendere tutto ancora piu’ affascinante e’ il fatto che nel medioevo il Labirinto diventa uno dei piu’ importanti simboli alchemici e quindi esoterici legati anche alla cabala ebraica come l’albero della vita che poi si ramifica all’infinito diventando anch’esso un labirinto….

Lo stesso albero della vita lo possiamo trovare in un bellissimo quadro di Gustav Klimt

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ma anche nell’immenso mosaico sul pavimento della cattedrale di Otranto del cui significato si discute ancora oggi

 

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Quindi il Labirinto e’ un tema che troviamo in molte culture diverse nei diversi secoli, tema intrigante e sconfinato che ho voluto rappresentare  nella mia ricetta ispirandomi al famoso Labirinto della Cattedrale di Lucca,  citta’ in cui vivo attualmente.

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Ma volevo la lavanda nella mia ricetta…..ero ispirata da Lei… io amo la lavanda..il suo profumo i suoi colori e la amo ancora di piu nella cucina…basta saperla dosare e diventa un piatto delizioso...

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Poi Ho scoperto che esiste in Germania un Labirnto di Lavanda a Kastellaun … (preparatevi ad un post…è a solo due ore di macchina da dove lavora mio marito…è fatta ci andrò al più presto fioritura permettendo)

 

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Ed ecco la progettazione finale del mio piatto che parla e profuma di tanti stimoli uniti da un attacco di arte…grazie al contest di Alice

 

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La circolarità della vita quotidiana….l’affannarsi dell’essere umano…e il premio…davanti ad un piatto

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un sottile labirinto di lavanda che conduce ad uno sfizioso cupcake alla lavanda al centro del piatto; ossia il giusto premio per coloro che si siedono davanti al piatto e che vogliono godere i piccoli piaceri della vita, questa volta terrena e materiale invece che spirituale…..una coccola per l’anima e per il palato…una goduria meritata…

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il mio labirinto finale è poco spirituale…è terreno e reale…un premio …perchè ce lo meritiamo…perchè ci fa bene…perchè ci piace!

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Anche il cupcake è un tripudio….la ricetta e l’idea è nata dalla mia musa ispiratrice…la regina degli impasti :VALENTINA

Lei aveva seguito le dritte di Nigella ed aveva creato dei cupcake alla lavanda le ricette servono da spunto..poi è giusto che ognuna le rielabori secondo i propri gusti…

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Questo è il mio personalissimo cupcake alla lavanda…

Ricetta cup cakes alla lavanda

Ingredienti per 12 cupcake

115gr di burro  danese a temperatura ambiente

115 gr di zucchero alla lavanda (ho usato quello di canna)

2 uova intere

115 gr di farina autolievitante bio

2 cucchiai di latte intero

1 cucchiaino di semi di vaniglia

2/3 gocce di olio essenziale di lavanda per uso alimentare

Per il frosting

 

  • 200 g di mascarpone
  • 50 gr di panna
  • 100 g di zucchero a velo setacciato
  • qualche chicco di lavanda essiccato
  • colorante alimentare

Procedimento

Riscalda il forno a 180°, Prepara una teglia da 12 mini muffin , inserendo in ciascun foro un minipirottino di carta.

Sbatti il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida e soffice. Aggiungi le uova, una alla volta.

Setaccia la farina e incorporala al composto lentamente per non creare grumi.

Aggiungi il latte, i semini di vaniglia e due gocce di olio alimentare di lavanda.

Riempi gli stampini fino a 2/3 del foro. Inforna e cuoci per 15 minuti. Fai la prova stecchino perchè la cottura dipende dal tuo forno.

Una volta cotti lasciali raffreddare e procedi con il frosting.

Per il frosting monta a mano , eviterai che il composto risulti troppo liquido. Usa una saccapoche con un beccuccio a stella.

 

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Per il LABIRINTO

Con il compasso ho creato dei cerchi concentrici distanti un cm l’uno dall’altro.

Ho usato il righello per creare un labirinto equidistante e veritiero…

dopodichè con la marmellata di miritilli ho creato tanti puntini uno dietro l’altro.

Sopra ho versato dei chicchini di zucchero color glicine. Ho messo tutto in frigo per una notte per fissare il tutto.

Con questo post partecipo al contest Ricette a regola d’arte di Alice

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Puro attacco di arte…Mondrian e i colori primari!

Sono qui con il mio primo post dedicato al contest di Alice..(eh si ne ho un altro in bozza…stay tuned …) dedicato all’ ARTE e al CIBO, un contest originale e non facile

Mi ha impegnata per diversi giorni nel valutare idee e opzioni…la prima è stata MONDRIAN…la seconda che mi ha gasato tantissimo la vedrete a breve (ma anche quella di difficile attuazione)

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Nei contest stimolanti e non facili….io parto da un primo momento che sottovaluto il contest…’ma si che ci vuole’…poi un secondo momento LA CRISI…non so che fareeeeeeeeeee aiutooooooooooo….il terzo momento è dedicato allo studio….il quarto step all’applicazione….poi di nuovo studio e alla fine partorisco il post…il tutto ci vuole almeno un mese..ma un mese di crescita e di appagamento…è indubbio!

A me piacciono le sfide stimolanti che mi arricchiscono dentro…che mi danno un qualcosa in più…che mi fanno crescere e mi sento  con un sacco di voglia di capire…imparare…aggiornarmi…sognare di poter allungare le giornate a 48 ore…

sono momenti di caos creativo…di attacchi di arte…non sempre riescono bene…ma alla fine mi sento appagata e vitale…e questo è quello che conta davvero per me…

Stavolta tutto è partito da un’idea che avevo avuto per MTC   esattamente per la sfida n. 40

Io adoro il blog di  IDAFROSK 

mi fa tornare bambina…con la sua food art  naife , assolutamente geniale e creativa

ed è da lei che presi l’idea per le mia piadine ricordate?

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Per il contest di Alice sono partita da un’idea di Mondrian e dei suoi colori applicati al cibo…

Mondrian, pittore olandese di inizio novecento, ha subito anche lui l’influsso di Picasso e del cubismo quando visse a Parigi (ancora Parigi di inszio Novecento… che bella…) per poi tornarci negli anni Venti quando la sua pittura diventa quella che conosciamo oggi: un insieme di linee orizzontali e verticali che rappresentano la staticita’ dell’essere insieme a i tre colori primari: giallo, rosso e blu. Ricordo ancora i suoi quadri al MoMA come quello del Boogie Woogie….

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Ma, bando alle ciance, veniamo a noi e come è nata l’idea della mia ricetta finale….

son partita dall’idea primordiale delle fette di pane da toast

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sottilette peperoncini e mirtilli hanno dato il tocco di colore

girovagando fra libri e web in cerca di stimoli ho incrociato un’idea che mi ha colpita e che ho riadattato a modo mio

gli spaghetti al nero di seppia e le gelatine zuccherose per la mia idea di Mondrian e il cibo

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Purtroppo la luce non è delle migliori….domenica scorsa la luce non esisteva proprio , quindi perdonate le mie foto che non rendono giustizia al contrasto dei colori come avrei desiderato

ma ecco l’idea finale

non è venuta bene perchè non mi sono resa conto che il colorante alimentare (che non ho mai usato) venisse assorbito in un modo incontenibile dalla torta, che poi è venuta sfalsata…

e posso assicurarvi che ho tagliato la torta con il righello…

ho rivestito la fetta di torta con un pennello e del cioccolato fondente fuso e tagliato la fetta in modo da creare dei riquadri anch’essi rivestiti di cioccolato fondente.

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ho usato diversi tipi di colorante…ho provato con il colorante liquido biologico (mi sembrava meno dannoso) ma i colori erano assurdi …tenete conto che l’ho usato per il rosso diluendo con molta acqua …..ma alla fine forse per effetto fotografico è venuto meglio degli altri due tipi di coloranti che sono da cake design…

La torta è un plum cake con un impasto simil pandoro de noialtri…o babà ma senza liquore…..

Plum cake (de noialtri)

Ingredienti

300 g di farina bio tipo 0 Manitoba

3 uova

100 g di burro

100 g di latte

25 g di zucchero

10 g di lievito di birra

½ cucchiaino di sale fino

Lievitino

Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito.

Primo Impasto

Versare nella ciotola  del KA il resto della farina (230 g) e inserire il lievitino e le tre uova. Impastare  aggiungendo un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente,  per una decina di minuti. Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio.

Secondo Impasto

In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto  una cucchiaiata alla volta facendo  assorbire bene  prima di aggiungere  la successiva. Lavorare energicamente l’impasto per 15 minuti circa.

Quando inizierà a staccarsi dal recipiente ed inizierà ad avere delle d’aria il nostro impasto è pronto.

Imburrare uno stampo da plum cake grande ed adagiarvi il composto , che porrete coperto con un telo umido e lasciarete lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.

Accendere il forno  a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti.

Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca.

A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti .

Con questo post partecipo al contest di Alice ‘Ricette a regola d’arte’

 

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Impiattare che passione!

Quando ho deciso di partecipare al contest indetto da Taste and More relativo all’ IMPIATTAMENTO…mi son detta…’e che ci vorrà mai!’

mai affermazione è stata più errata….

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Adoro i colori…la semplicità..le apparecchiature ed ero convinta di servire le mie ricette con buon gusto …almeno tanto quanto potesse bastare per rendere i miei piatti più appettitosi e avvolgenti…

Magari prediligo il gusto rustico…perchè più facile e di sicuro effetto…oppure vado sul creativo…e con quello non sbaglio mai..

ma un impiattamento è qualcosa di diverso ….impiattare ha una sua filosofia, psicologia e didattica applicata…un mondo parallelo

me ne sono resa conto già quando ho deciso di iniziare a pensare alla ricetta …alle sue consistenze che volevo assolutamente diverse…croccante e morbido… ai colori della primavera…ma avevo le idee molto confuse e ciò mi rendeva insicura…e quindi assolutamente non creativa…

Mi sono messa d’impegno…ho studiato il blog di Roberta Restelli…ho visionato su you tube diversi chef…ho rispolverato i libri del mio amato Igles Corelli , Heinz Beck e Moreno Cedroni…

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La ricetta è nata di getto …delle crocchette di filetto di branzino…delle crocchette che parlassero di me..del mio amore per il mare..,per i sapori semplici…dei miei nonni e della loro campagna …della mia infanzia…volevo qualcosa che parlasse di me di ciò che sono attraverso un piatto… attraverso dei colori…dei sapori….delle spezie…delle erbe aromatiche..

ho capito che il rosmarino si sposa con la patata….che  il prezzemolo va a nozze con il pesce…che il coriandolo può rappresentare dei sassi sul sentiero e che del sesamo nero macinato e pestato a dovere (porello sembra una minaccia ) può rappresentare una strada ..una strada in campagna in questo caso….

in questo specifico periodo dell’anno….

in primavera con tutto il suo tripudio di colori e delicatezza…quasi poesia

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ho cucinato con un olio speciale al cedro che ha aromatizzato la frittura delle mie crocchette…

ho usato degli attrezzi che mi hanno agevolato nel lavoro di precisione…

ho scelto dei fiori nel mio giardino…soavi…fragili…timidi

e ho iniziato ad assemblare il tutto lasciandomi andare al mio gusto personale e creando delle simmetrie nei colori e nelle forme o nei tipi di piccole piante o fiori o erbe aromatiche o salsine…

 

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il piatto è rettangolare della Villeroy & Boch

ho usato dello scotch di carta per creare i contorni definiti della strada…

il prezzemolo è servito per i puntini che vedete sulla strada (è una salsina simil pesto a base di prezzemolo)

con l’harissa e la maionese ho fatto altri puntini…infatti se mettete delle salsine sotto ai fiori li renderanno stabili…

Ed ecco a voi il mio piatto

Crocchette su strada di sesamo con salsa al prezzemolo e limone di Sicilia

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Per le crocchette

Cuocere il filetto di branzino al piatto, con olio al cedro , una manciata di prezzemolo, aglio  e fleur de sal .

Lessare una grossa patata e passarla allo schiacciapatate.

Tritare il pesce, con la patata, l’aglio, il prezzemolo, una grattugiata di zenzero, un tuorlo, il sale , il pepe. Formare delle piccole polpette che passerete prima nel latte , poi nella farina quindi nei tuorli leggermente battuti e infine nel pangrattato integrale. Friggerle nell’olio di cedro.

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Le salse

Prezzemolo tritato con olio extravergine , sale,aglio , semi di sesamo e buccia grattugiata di limone.

Harissa (da mischiare con la maionese al naturale)

Maionese con olio extravergine di oliva e una punta di aglio tritato.

Le erbe aromatiche e le salse le ho studiate in base ai sapori del piatto. Rosmarino, e finocchietto non sono messi a caso.

Con questa ricetta partecipo al contest Bello & Buono della rivista Taste&More

 

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#noisiamoconpippi (parte seconda)

 

Eccomi di nuovo…pensavate di esservi liberate di me???

eh no….non si può…presente!!!

vi racconto come è continuata la nostra serata al MOLIN VECIO…io adoro questo ristorante…mi piace la sua cucina rigorosamente legata al territorio e con prodotti a Km 0….è quello che cerco in un ristorante…non mi piacciono i cibi troppo elaborati ..troppo creativi…esasperati…

a me piace la cucina semplice…con un tocco che mi sorprenda…con un sapore che mi stenda (c’ho fatto pure la rima e che volete dippiù’??)..

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foto http://www.molinvecio.it/

La prima volta che son stata in questo ristorante è stato ad inizio estate….cenare fuori è un’atmosfera diversa..devo ametterlo!

E’ un vecchio mulino del 1520 immerso nel verde , con un orto di piante officinali e un ‘brolo’ (frutteto) con piante da frutto dimenticate…da cui attingono rigorosamente per la preparazione dei loro piatti.

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foto http://www.molinvecio.it/

Elisa aveva organizzato con il proprietario una sala solo per noi…tavolo spazioso …e libertà per i bambini…e infine il menù

purtroppo non si poteva parlare tutte assieme…non sarebbe stato possibile…ma io avrei voluto una magia .. che  realizzasse un desiderio..avere in dono la capacità di poter parlare ascoltare e ridere simultaneamente con tutti ..WOW…

Avevamo un menù per noi…e per i miei gusti personali DIVINO….mi è piaciuto tutto..e sottolineo TUTTO!!!

Abbiamo iniziato con fritto di verdurine e ortaggi di stagione su salsa di yogurt ..

per  proseguire con un risotto ai rampussoli , topinambur e tastasale  (la fine del mondo)

(il rampussolo è una pianta che fa parte della famiglia delle campanule, germoglia nei freddi mesi di gennaio e febbraio)

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immagine tratta dal web

(il tastasale è un impasto di carne fresca di maiale macinata, salata ed insaportia con pepe nero grosso frantumato)

 

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Immagine tratta dal web

Ma la vera delizia è stato il Cappòn in canevèra con le sue salse , purè e radìci còti

è ricetta storica della fine del settecento che prevede la cottura del cappone all’interno di una vescica di vitello,utilizzando una canna di bambù (canevera) come sfiato. La cttura è lentissima e particolare . Il patron ce l’ha illustrata prima di degustare questo piatto antico e superbo. Il cappone non sembra cappone…la carne è meravigliosamente delicata …

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foto http://www.molinvecio.it/

Le sue salse sono:cren,mostarda vicentina e salsa verde.

Il cren è una salsa a base di rafano.

I dolci…sono le tre creme…una degustazione di crema fritta (la mia preferita), gelata e brulè al rosmarino.

Per finire non poteva mancare l’antico liquore il GIROLIMINO con la sua storia 

Alla fine i saluti e un pochino di stanchezza che si faceva sentire…e anche un pochino di malinconia che tutto stava finendo..due mesi di esaltante preparazione …..la famosa data 28 FEBBRAIO bè..volgeva al termine…

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Alcune di noi si sono ritrovate la mattina dopo ai 100 orti di Chiara…laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie con la passione per la sua terra…per gli incroci..per la sperimentazione dei prodotti naturali…per le biodiversità…per i colori..per la qualità

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Il clima era diverso… eravamo già con la mente ai nostri impegni del lunedi…abbiamo fatto la spesa pensando al menù settimanale…ed eravamo complici della nostra quotidianeità…con la mente ero a Cortina con Monica e con le verdure che non trova…oppure ero a Roma con Silvia e la sua ortica…oppure restavo a Vicenza con Elisa e la sua passione per la cucina asiatica…

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Ho acquistato le uova di gallina livornese…una qualità di eccellenza pura…

Per intendersi sono quelle famose dello chef Paolo Parisi anche se lui le alleva a latte di capra e le fornisce ai grandi chef…

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io non ho mai assaggiato quelle di Parisi ma quelle di Chiara si e  sono ottime..le sue galline vivono all’aria aperta e sono stupende…

io le uova di Chiara amo cucinarle in modo semplice per assaporarne di più il gusto intenso del  tuorlo fondente…con verdure saltate e in camicia…un goccio di olio buono ed il pranzo è fatto!

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Adesso è finita davvero..elisa mi guarda e mi dice sorridendo…’ne faremo altri’ ma io ho voluto bene a Pippi…alle vostre ricette.…ai nostri incontri…e lasciare tutto questo mi rende triste… con questo ultimo post si conclude davvero il nostro contest….una promessa o una minaccia….prima o poi ne faremo un altro…chissà…intanto  cambiarò il mio profilo facebook…che da tre mesi mi ha  accompagnato con pippi e poi dalle calze di Pippi protagoniste assolute del nostro evento…

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 Non vedo l’ora di incontrare  Alice e finalmente avrà fra le sue mani il libro con la versione integrale di Pippi..e in quel preciso momento la missione finale del nostro contest sarà compiuta!

 

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#noisiamoconpippi (parte prima)

 Io ed Elisa  volevamo un contest…fortissimamente abbiamo desiderato  un contest assieme..un contest che ci rappresentasse…i nostri minimi comuni multipli uniti…io e lei cosi diverse…eppure abbiamo una matrice comune che ci rafforza…che ci fa trovare assonanza nell’organizzare un evento assieme…basta un clic e non c’è bisogno di parole…

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Infatti doveva essere SOLO un contest..ma poi ci ha preso la mano….e noi ce la siamo fatta prendere volentieri…ed è diventato un piccolo evento

Pippi ci ha accompagnate ..ridendo con noi e forse osservandoci divertita da così tanto entusiasmo e divertimento…ri-leggere Pippi attraverso il libro della Tiveron  è stato come mettersi un paio di occhiali nuovi …e con questi occhiali Pippi ci appare come una fata che vuol bene a tutti..nutre adulti e bambini..li rende felici

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In fondo è questo il senso del cucinare…rendere felici…condividere…nutrire una passione…curare l’anima…

 

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Incontrarsi alla Distilleria Poli è stato questo…e molto di più…ho dato un volto a dei nickname…ho conosciuto persone nuove dove la sinergia e l’energia è stata immediata…sono stata bene…bene dentro…appagata e serena…

I signori Poli, Jacopo e Cristina, ci accolgono nella loro stupenda distilleria, insieme ai loro collaboratori Lorna, Martina ed Alberto..un sorriso e un caffè caldo….

io avevo portato delle ciambelline all’anice  (la ricetta sul libro ‘DOLCI LIQUOROSI di Elisabetta)…

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Giusto il tempo di far due chiacchere e presentarci …Inizia la visita…

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La visita al Museo della grappa presso la distilleria Poli e’ stata quasi magica…un luogo ricco di atmosfere..…alambicchi e bottiglie eleganti e dalle diverse forme e misure…porte…archi..odore di legno…

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©M. Simonini_113                                                                                                foto @simonini

La famiglia Poli ha una tradizione secolare di produzione della grappa a partire dal 1600… ma solo a partire dal 1898 inizia la produzione di tipo industriale

 

 

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Oggi l’azienda ha realizzato un percorso museale all’interno della distilleria e i visitatori vengono letteralmente immersi in un mondo di tubi e caldaie in rame… seguendo il processo di distillazione dalle vinacce fino allo stoccaggio in splendide barriques di diversa stagionatura e provenienza

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Pensate che alcune grappe, dopo essere state invecchiate in barrique nuove vengono “elevate” in barrique usate per ruhm, sauternes, porto.

 

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Adesso è il turno dei TARTUFI alla grappa al RUM POLI di Elisa (la ricetta la trovate sul libro DOLCI LIQUOROSI di Elisabetta) da degustare con le varie grappe offerte da Poli…

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Andiamo nella sala conferenze…Elisabetta proclamerà la vincitrice ….siamo in contatto con tante di voi attraverso i diversi social …#noisiamoconpippi

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una foto ricordo….ed ecco le finaliste del nostro contest...

1) MARIANNA del ‘Laboratorio delle torte’     da Verona, l’unica presente con noi…un piacere immenso finalmente conoscerla!

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Il suo contributo è stato raffinato, delicato, le sue foto romantiche e curate. Ci ha riportato al mondo magico dei bambini con i suoi biscotti al pepe. Alla magia del cucinare con loro, dell’atmosfera incantata che la cucina crea. “Sono biscotti dell’allegria. Dell’energia. Dell’ironia. Tutte immancabili caratteristiche di un personaggio magico come Pippi”

 

2) ALICE di ‘Panelibrienuvole’

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Alice archeologa toscana, purtroppo per motivi di lavoro non è potuta essere presente con noi. Il suo post è stato il più ‘culturale’ di tutti. Ci ha regalato un’analisi personalissima di Pippi attraverso la Lindgren e la nostra Tiveron. Per non parlare della sua zuppa olandese calda e confortevole legata ad un suo viaggio.Il suo blog è Panelibrienuvole.

3) ANTONELLA di ‘Sapori in concerto’

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Antonella ha scritto un post dove si è scoperta e ci ha raccontato di sè. Un post  crudo  e diretto, ma è questo il suo bello, assolutamente EMOZIONALE.

La ricetta è un CASTAGNACCIO, legato alla sua infanzia, ai suoi ricordi . Ci ha regalato momenti di riflessione e ci ha anche commosse. Il suo blog è Sapori in concerto.

4) Lalla di ‘Semplicemente cucinando’

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Abita a Roma da molti anni ed è una farmacista ospedaliera, con uno splendido figlio medico, di cui lei giustamente va fiera. Lalla si è ispirata al libro di Pippi rielaborando le gelatine di lampone, di non importa che cosa. Per lei le gelatine sono diventate ….gelatine di rapa rossa, sedano e senape. Stupende!!! Curata l’ambientazione delle foto, e la ricerca del particolare e dei colori. Il suo blog è Semplicemente cucinando.

5) Valentina di ‘Nondisolopane’

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Ed infine Valentina. Ha fatto le corse per partecipare , ma voleva esserCi, per amicizia ,perché lei è fatta cosi. Ligure fin nel midollo e una vera esperta nell’arte della panificazione. Stavolta ci ha regalato delle fatate Caramelle mou al cioccolato, direttamente dalle mani delle sue gemelle. Foto con una luce ovattata e sognante come solo lei sa regalarci. Il suo blog è Non di solo pane.

 

Ed ora la parola alla nostra Giudice.

Elisabetta Tiveron la nostra giudice e’ laureata in storia contemporanea, alterna l’attività di consulente culinaria a quella di scrittrice . Vive a Venezia.

Ci racconta la sua storia… ci racconta della sua passione per la cucina… del suo coraggio di mollare quello che era un lavoro certo per qualcosa che l’appassionava…. la cucina in primis e la scrittura poi.

Parla del nostro contest….di alcuni suoi libri….del suo ultimo libro…’Dolci liquorosi’ il numero 10 (come lo chiama lei)

ed ora…

Rullo di tamburi…..

La vincintrice del nostro contest è….

 

 ALICE

ALICE di PANELIBRIENUVOLE

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MOTIVAZIONE di Elisabetta:

E’ quella che ha colto meglio il messaggio. Non è didascalica, non esegue una rilettura scolastica (nè della Lindgren, né del mio libro), c’è del contenuto personale . Inoltre quando viaggio e scopro un cibo nuovo, mi resta nel cuore se mi da delle sensazioni positive, se lo sento connesso con il luogo in cui mi trovo, e leggendo quello che scrive della zuppa olandese ho colto questo.

Applausi…ad Alice…da parte di tutti i presenti!!! unico rammarico non fosse con noi…a poter esultare ed accogliere tutti i complimenti del caso…non ultimi dalla nostra giudice.

Un brindisi…e poi con calma ci organizziamo…

La serata continua al ristorante con un menù particolare legato al territorio…ma di questo vi parlerò nella seconda parte del mio post…

 

 

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stay tuned…