Un romanzo, un dolce ….e la storia di una donna armena

Questo post nasce per il contest  di Angela 

un contest che ho subito adorato visto che parla di libri e dolci…

ho immediatamente pensato a questo libro …’Le stanze di lavanda‘ di O. Khayat..non chiedetemi perchè…visto che è un libro dove non si accenna minimamente al cibo…

viene citato solo una volta un dolce: una charlotte di fragole per il compleanno della sorellina della protagosnita ,Lucine, come la chiamava il nonno…

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E’ un romanzo che parla di una nonna (Lucine appunto) che narra alla nipote Joraya la sua vita , una vita mille volte dispersa….

Narra la tragedia della sua ricca famiglia armena, della sua infanzia dorata e felice fatta di mille baci all’odore di lavanda …l’odore di sua madre…

ma il suo paradiso va in frantumi ….la sua famiglia viene distrutta dai Turchi e per lei e la sua sorellina  Marie …inizia un’odissea segnata da marce forzate, umiliazioni e crudeltà. E’ la diaspora, che porterà gli armeni a perdersi nel mondo…

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Lucine e’ una donna dilaniata dal dolore eppure vive e palpita e soprattutto RICORDA…i ricordi le appartengono forse più delle parole….sono tante fragili tracce impresse dentro di lei..

…. dentro di noi…

Questo libro me lo consigliò anni fa la mia amica Serena…una donna siciliana nell’anima…un’anima troppe volte graffiata dal dolore…è una donna dai capelli corvini e dalle labbra color rosso ciliegia…ha gli occhi da lupa, che ti scrutano dentro….e una rara capacità di tolleranza, soprattutto con se stessa…

Lei conosce bene il senso del ricordo…

In fondo è radicato in noi…e i nostri cari vivono attraverso noi…attraverso i nostri flash back che, come in un film, si presentano puntuali …senza che tu possa prevederli…una canzone..un odore…un sapore e loro ti fanno compagnia…nel tempo ..superato il dolore lanciante …quando il dolore si affievolisce …ti danno anche gioia…una gioia fugace e intensa…e quando il ricordo finisce …finisce quell’attimo e ti lascia una malinconia che fa parte di te..convivi con lei…e ti è diventata amica…

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Per la scelta del dolce mi sono basata  sulla tradizione armena…volevo un dolce del ricordo…un dolce carico di tradizione….un dolce che potesse attraversare la cultura di un popolo

la Paklava mi ha colpita…un dolce simile ad una sfoglia alle noci… viene anche chiamato ‘dolce del deserto persiano’..di fatto è una ricetta ampiamente diffusa sotto influssi arabi, turco-armeni, greci e balcanici….

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viene citatao da Aznavour in un’intervista di molti anni fa… nel libro ‘Caffè Babilonia’ e nella ‘Cucina color zafferano’…

un dolce che attraversa l’impero ottomano e oltre…l’Asia Centrale…

un dolce che parla di stirpi …avvicendate nel tempo…parla di acqua di rose seducente e avvolgente.

Viene servito con un tè speziato…anch’esso assolutamente tipico della tradizione del popolo armeno…

…. e siccome i piatti sono memoria ho voluto creare un dolce che fosse un insieme di emozioni e sensazioni..in onore di un ricordo…

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Gli ingredienti sono gli stessi della paklava…ma rielabrata da me …in funzione del romanzo…ho sostituito alcuni ingredienti con altri per rievocare le stanze dall’odore di lavanda…un dolce per Lucine..per noi tutti…perchè l’odore di lavanda ci accompagni nei nostri ricordi…il sapore di lavanda ci rincuori…e la sua consistenza ci rassicuri… morbida e solida allo stesso tempo…perchè così sono le nostre radici..

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La Paklava è un dolce armeno antico e tradizionale, veniva preparato nel periodo della Quaresima…Una catasta di fogli di pasta fillo annegate in un oceano di sciroppo alle rose e nascoste sotto un letto di noci, pistacchi e mandorle tritate…miele e burro….

ma il mio dolce può non avere  il sentore di lavanda?….

non ho trovato la pasta fillo…ed allora ecco la mia versione personale

con BURRO, NOCI, PISTACCHI, MANDORLE e yogurth denso.

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Dolce del ricordo

Ingredienti

200 gr di zucchero di canna

4 uova

200 gr di farina Petra per dolci lievitati

125 gr di yogurth alla vaniglia bio

50 gr di pistacchi

50 gr di noci

50 gr di mandorle

125 gr di burro non salato

1 bustina di lievito

Procedimento

Sgusciate le uova e versatele in un contenitore, unite lo zucchero e montate fino ad ottenere un composto cremoso e soffice.

Setacciate la farina e il lievito e aggiungeteli alle uova.

Unite il burro e lo yogurth fino ad ottenere un composto omogeneo (io ho usato il KA ed ho aggiunto il burro freddo tagliato a dadini).

A questo punto riducete a pezzettini la frutta secca nel mortaio.

Unire i pezzettini al composto.

Ungere la teglia con burro e spolverare di farina.

Infornate a 160° per circa 1 h. (ovviamente dipende dal vostro forno, fate sempre la prova dello stecchino).

Guarnite con un velo sottile di zucchero a velo e con parte del composto che avete ridotto a pezzettini nel mortaio (mandorle, pistacchi, noci).

Per servire la torta ho creato una panna con semini secchi di lavanda e olio di lavanda per uso alimentare (una goccia per 200 ml di panna liquida) e usato lo zucchero zucchero vanigliato (buonissima).

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Anche la torta è buonissima , un misto fra torta paradiso e torta rustica integrale.

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Ho servito la torta con la panna accompagnata da un HAMEMOV  TEY un tè speziato della tradizione armena.

5 cucchiaini di tè a vostra scelta

6 tazze di acqua

4 chiodi di garofano

1 stecca di cannella

3 grani di pepe di Giamaica

1 cucchiaio di succo di limone

Fate bollire l’acqua con le spezie per 10 minuti. Filtratela, unite il succo di limone e riportatela ad ebollizione.

Mettete il tè in un colino, appoggiatelo sopra una teierae versate sopra l’infuso di spezie.

Servita a parte con miele di lavanda.

Con questa ricetta partecipo al contest C’era una torta

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19 commenti su “Un romanzo, un dolce ….e la storia di una donna armena

  1. […] Dolce del ricordo – dal blog CoccolaTime […]

  2. Angela ha detto:

    E’ un racconto meraviglioso!!!
    Così come il dolce… e le tue foto uniche!!!
    Grazie per aver trovato il tempo.. :*

  3. Non ho mai letto questo libro, ma attraverso le tue parole ed immagini mi sembra di averlo addosso come una coperta. Un dolce delizioso, rivisitato seguendo delle linee meravigliose, che si congiungono in un risultato ricco e di certo buonissimo. Un abbraccio!

    • coccolatime ha detto:

      oh ricco lo è…goduriosissimooooooooo…..ahahhahhaha in barba alla dieta tiè! grazie monica sei troppo carina davvero…ed il libro te lo consiglio!! ti stupirà!

  4. serena ha detto:

    Cara Enrica , la tragedia armena è Storia del Novecento . Una delle grandi tragedie del secolo nel quale siamo nati . E’ Storia – ma anche storie piccole della gente del tempo travolte da quegli eventi . Ma naturalmente – come tutte i grandi drammi umani – diventa metafora . Dei nostri tempi dei nostri giorni delle nostre piccole biografie. Siede accanto alle nostre dispersioni – alle nostre diaspore . E parla la parole delle nostre perdite – piange le lacrime delle nostre assenze . Ti ringrazio per questa “comune” memoria . E per l’empatia – di sempre . E poi ti voglio riportare una piccola citazione di una scrittrice svizzera che scrive in italiano . Non parla dei nostri fratelli armeni – ma parla dei nostri cari . In qualsiasi luogo ed in qualsiasi tempo essi abbiamo vissuto – e li abbiamo persi :

    “..Si sta bene al mondo, quando non si ha bisogno di nulla. Come si stava bene, anche se i genitori erano morti. Lei era la padrona della casa vuota e del giardino, ma anche la padrona dei suoi genitori. Quando gli altri muoiono siamo un poco i loro padroni, i loro tutori”. (Fleur Jaeggy, La paura del cielo)

    Ecco io credo che noi siamo i tutori degli assenti . E come tali abbiamo l’ultima parola , ormai. Sulla storia della loro morte certo . Ma soprattutto sulla loro memoria .

  5. stravagaria ha detto:

    Splendido il dolce ma mi incuriosisce anche il libro. Ho letto tempo fa “La masseria delle allodole” sempre sul genocidio armeno, molto bello.

    • coccolatime ha detto:

      allora questo ti stupirà…bello anche il film mai visto? ti consiglio anche quello allora…io ho avuto un pò di difficoltà a leggere Antonia Arslan….una scrittura particolare….proprio oggi era a Lucca a presentare il suo ultimo libro ‘Il rumore delle perle di legno ‘ che ho già sul mio comodino…è che son troppo stanca e mi addromento subito…attendo tempi migliori per godermelo!

  6. lisachepasticci ha detto:

    Meraviglioso…il dolce, il post…tutto! Ho amato questo post dall’inizio alla fine, davvero complimenti! Ora non mi resta che provare la tua ricetta e leggere questo libro 😉

    • coccolatime ha detto:

      oh si..te lo consiglio dal cuore..un libro di quelli che ci piangi e ti commuovi..(a me capita cosi) tipo ‘mille splendidi soli’ …o ‘il cacciatore di aquiloni’….mitici libri davvero!

  7. Beyond South Tyrol ha detto:

    Che bella torta Enrica!!! Innanzitutto la torta ha una forma stupenda, poi tutti quei buoni sapori delle noci, del burro e non oso immaginare come stia bene con la panna montata alla lavanda. Qualcosa di delicatissimo, da gustarsi all’ombra, sotto ad una veranda in un bellissimo giardino in uno di questi giorni di sole 🙂
    Un bacione,
    Stef.

  8. […] Enrica, di Coccolatime, con il suo Dolce del ricordo […]

  9. Angela ha detto:

    Ciao cara.. vieni un pò a vedere chi ha vinto il contest???

  10. dirienzoelisa ha detto:

    e mi ero persa pure questo fantastico articolo….
    grande enrica!

  11. L’ha ribloggato su una cuoca pericolosae ha commentato:
    Buona fortuna per il contest. La ricetta é…. Poetica 🙂

  12. Una lettura straordinaria!! Un post come pochi.

  13. […] fondo il cibo è un modo per conoscersi…per capire chi siamo..e quando mangiamo non siamo mai soli…io non mi sento mai sola..alla mia tavola ci sono tutti i sapori dei miei cari… nel semplice […]

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